Tracciare un ricordo del prof. Baldini, o meglio del “prof”, come era chiamato affettuosamente e con rispetto da parte di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo è cosa, allo stesso tempo, facile e difficile. Facile perché le sue grandi doti umane e professionali non possono che permettere di parlarne in termini esclusivamente positivi; difficile perché il suo impegno nel settore trasfusionale, prima, ed associativo, poi, la sua levatura culturale e scientifica, le sue capacità gestionali e di innovazione, non possono essere riassunte in poche parole.

Laureatosi in medicina e chirurgia all’Università di Modena, è allievo del Prof. Storti che all’inizio degli anni ‘60 lo invia presso il Centro Nazionale della Trasfusione del Sangue di Parigi per apprendere le più recenti tecniche di studio dei gruppi ematici. Quando, nel 1969, viene istituito presso il Policlinico di Modena il Servizio Trasfusionale, ne assume la direzione. Presiede per due mandati la Società Italiana di Immunoematologia e Trasfusione del Sangue (SIITS) che sotto la sua presidenza si fonde con l’Associazione Italiana Centri Trasfusionali (AICT), dando luogo alla società scientifica che raggrupperà in un’unica organizzazione tutti i servizi trasfusionali italiani. E’ membro della Commissione Nazionale che portò alla definizione della Legge Sangue del 1990 e dell’assetto normativo moderno del settore. E’ tra i soci fondatori della Scuola Europea di Medicina Trasfusionale.

Secondo il prof. Baldini l’integrazione tra volontariato del sangue e servizio trasfusionale era un elemento irrinunciabile per potenziare, fare crescere ed innovare questo importante settore della medicina oltre che il volontariato stesso. Questa convinzione si è concretizzata nell’assunzione, da parte sua, della Direzione Sanitaria dell’Avis Provinciale di Modena fin dal 1978. La sua levatura lo ha condotto a ricoprire ruoli rilevanti anche nell’ Avis Nazionale subentrando, a metà degli anni ’80, alla responsabilità del Comitato Medico succedendo ad un’altra figura storica ed importantissima come quella del Prof. Carlo Mauri.

E’ quindi parso a tutti naturale che, raggiunta l’età della pensione, il prof. Baldini assumesse il ruolo di Presidente dell’Avis Provinciale di Modena dal 1999 al 2004 calcando le orme del compianto prof. Lino Smerieri e rafforzando la collaborazione con figure associative storiche ed importantissime quali quelle di Aldo Costa, Emo Valenti, Antonio Ragazzi. Al termine della sua presidenza non è venuto meno, in lui, l’attaccamento all’Avis mantenendo il ruolo di rappresentante del volontariato del sangue nel Comitato Regionale per le Attività Trasfusionali e membro del Comitato Medico dell’Avis Regionale.

In ambito professionale diverse sono state le innovazioni e le sfide che il ”prof” ha dovuto o voluto affrontare: dall’introduzione della tecnica della plasmaferesi produttiva che ha segnalato Modena in posizione di assolta avanguardia a livello nazionale, alla difficile gestione delle problematiche che la scoperta dell’AIDS ha avuto nel settore trasfusionale e per la quale il connubio tra Avis e Servizio Trasfusionale ha rappresentato una risorsa enorme per l’intera collettività.

In ambito più strettamente associativo, alla sua presidenza si è legata la maturazione dell’idea e la pratica realizzazione della nuova sede dell’Avis Provinciale di Modena di Via Livio Borri. A dispetto della sua eccezionale levatura culturale e professionale, il “prof “ ha sempre mantenuto una semplicità assoluta nei rapporti interpersonali riuscendo a mettere a proprio agio chiunque interloquisse con lui, sia che si trattasse di un collega, sia di un semplice donatore o di un malato che chiedeva informazioni, sia di un ragazzino delle scuole al quale spiegava in maniera assolutamente chiara concetti scientifici assai complessi.

La sua scomparsa lascia un vuoto nei cuori degli avisini modenesi.

Vorremmo che Grazia e Carla sentissero il calore dell’affetto e della riconoscenza di tutti i donatori di sangue che oggi si stringono idealmente attorno a loro.