Prima esperienza di collaborazione a Vignola fra McDonald’s, il colosso del fast food, e Avis, il “colosso” della donazione.
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Dal 5 al 18 dicembre insieme ai classici menu centinaia di ragazzi e famiglie hanno trovato anche una “carta d’ imbarco” per un viaggio nella solidarietà, un invito cioè a diventare donatore con tutte le info necessarie. E tanti menu e colazioni in omaggio a chi inizierà a donare.
Fondamentale è stata la entusiastica collaborazione del personale e delle hostess del McDonald’s (alcuni di loro per primi hanno già richiesto di donare) ma i frequentatori hanno potuto anche incontrare direttamente nei fine settimana i volontari dell’Avis e i medici per ogni quesito di carattere sanitario.
Risultato: 56 adesioni, di cui 9 già iscritti che hanno iniziato l’iter per l’idoneità. Ma non finisce qui. Al McDonald’s di Vignola rimane l’urna in cui inserire le schede di adesione che le hostess continueranno a consegnare ai clienti.
E già ci sono in provincia altri punti della catena McDonald’s pronti ad entrare insieme ad Avis in un’altra grande catena, quella della solidarietà.
Bene, bravi ! Applausi scroscianti per l’ideona !!!! No ma dico ci siete o ci fate ? A chi è venuta in mente di accettare la proposta indecente dell’inpronunciabile multinazionale ??? No ditemi che ci tengo a congratularmi di persona… un cervello sopraffino, da proporre per il prossimo giro di nobel. Non ci posso credere davvero. Vi mettete a fare i patti col diavolo. Neanche fossimo in guerra. No dico se volevate aumentare i donatori potevate pensare a qualcuno/qualcosa più consono all’etica dell’AVIS ? Non potete ignorare che i signori con i quali vi siete messi a braccetto sono da anni coinvolti in scandali alimentari agghiaccianti e tralascio tutte le altre considerazioni a riguardo di diritti del lavoro e discorsi più ampi sulla globalizzazione. Nel caso vi sia sfuggito tutto questo potete rimediare semplicemente andando negli archivi di uno qualsiasi dei quotidiani online. Io non perdo tempo a spiegarvelo soprattutto perchè temo che lo sappiate già benissimo e che forse tutto questo ha logiche elementari e tipiche del Bel Paese. Sabato ho un appuntamento ma giuro che sarà l’ultimo fino a quando peremetterete a questa gente di lavarsi la reputazione col vostro nome.
Ognuno esprime le sue opinioni, ma in questo caso credo che stiamo ragionando da due prospettive diverse. La prospettiva di Avis è quella di parlare alle persone, più persone possibili e possibilmente giovani, per invitarle a donare il sangue. Per questo va nei luoghi dove le persone si incontrano. Il McDonald’s è senza dubbio uno di questi, così come lo è una festa di partito, una fiera paesana, una fabbrica o il sagrato di una chiesa la domenica. Non è compito di Avis discriminare. A noi interessano i luoghi, non i loghi. Perché i globuli rossi non hanno la forma di un hamburger o di un simbolo politico o l’emblema di un credo. Il bello del sangue è che è uguale per tutti e serve a tutti. Nel merito della iniziativa con McDonald’s di Vignola, voglio precisare che Avis Provinciale di Modena (e prima di noi anche quella di Reggio Emilia e Parma) non ha realizzato un accordo commerciale, cosa che avrebbe potuto, questo si, essere oggetto di valutazioni di merito, ma una collaborazione finalizzata a promuovere la donazione del sangue ai frequentatori del ristorante. Da sempre la nostra associazione accoglie la disponibilità di tutte le realtà economico – sociali a collaborare. Anche Mc Donald’s l’ha data, e noi l’abbiamo colta come una nuova, buona opportunità per intercettare un gran numero di possibili donatori della fascia d’età che più ci sta a cuore. Non vi sono ragioni per le quali Avis avrebbe dovuto escludere non Mc Donald’s in quanto tale, quanto le persone che MC Donald’s frequentano, a meno che riteniamo che siano eticamente spregevoli in quanto decidono di mangiare in questa catena. Perché è a loro che abbiamo parlato, non al “marchio”. E le persone hanno risposto con grande sensibilità: abbiamo raccolto un ottimo numero di adesioni, e questo è per noi quello che conta, senza altre interpretazioni. Mi preme poi sottolineare che gran parte di questo risultato è dovuto all’entusiasmo del personale del ristorante, che si è speso in prima persona per sostenere la nostra campagna. Non lo hanno fatto né per obbligo, né per mestiere. Lo hanno fatto come persone.
Maurizio Pirazzoli
Presidente Avis Provinciale