Dando per scontato che ogni tipo di rapporto di carattere personale, di lavoro o di amicizia non può durare in eterno e che prima o poi, è destinato ad esaurirsi, prendiamo tranquillamente atto del fatto che purtroppo anche nell’Avis si possono essere presentate in passato le occasioni perché ciò si avverasse con particolare riguardo ai donatori che per per una serie di ragioni vengono “espulsi” dalla vita associativa per poi, molto banalmente, venire dimenticati.
Fra le cause che determinano queste situazioni ricordiamo le due più ovvie e cioè il fatto che al compimento del 67° anno di età anagrafica, qualunque sia lo stato di salute non si può più donare e che lo stesso effetto lo si ottenga a seguito dell’improvviso peggioramento delle condizioni cliniche che obbligano, in vista della salvaguardia della salute del donatore e del ricevente, il direttore sanitario a decretare la cessata idoneità alla donazione che porta automaticamente alle dimissioni.
Tutto questo ovviamente quasi mai in sintonia con le aspettative dell’ex donatore, fino ad ieri coccolato, controllato, contattato ed ora di punto in bianco messo da parte.
Banalissimo errore di valutazione, ovviamente, che, pur nella più assoluta buona fede, potrebbe ripetersi in futuro se non si prendono adeguate contromisure di carattere psicologico più che pratico.
Ognuno di noi, infatti, potrebbe senz’altro indicare una serie di comportamenti da seguire e già ci sono proposte in questo senso che forse è meglio applicare di concerto con le altre sezioni, ma una cosa è indispensabile e improrogabile: il convincimento che l’ex donatore, dimesso a norma di statuto, non è un’inutilità da rottamare ma piuttosto una risorsa da valorizzare per gli anni a venire in quanto esperienza che ognuno può regalare in tutti i campi.
Ai donatori dovremo far capire che questi sono punti fermi nel lavoro delle dirigenze Avis, che il loro contributo anche se diverso non è meno importante e che sicuramente l’arrivo di nuove forze fresche vorrà dire idee nuove in più, ed un utilissimo ricambio per i più anziani che pian piano si staccheranno dalle attività pratiche.
Esposte le idee di principio passiamo alla pratica e qui sì che ci sarà da divertirci.
Condivido quanto detto.
Sarebbe un bel segnale di attenzione, verso gli ex donatori, offrire loro gratuitamente la continuità dei controlli del sangue e sanitari da parte del personale medico, nei momenti buchi tra una donazione e l’altra. Questo darebbe loro una ragione in più per continuare a frequentare l’ambiente dell’Avis, al fine di ottenere un duplice obiettivo: da un lato continuare a dimostrare loro gratitudine, offrendo controlli periodici gratuiti e dall’altro ottenere da loro il supporto psicologico e morale alle nuove leve di donatori.
I controlli sanitari gratuiti sono finalizzati alla donazione del sangue e sono strettamente legati ad essa. La nostra dirigenza sta tuttavia valutando altri tipi di iniziative volte a favorire la socialità e il coinvolgimento degli ex donatori alla vita associativa.