La Consulta Giovani Regionale ha organizzato a Piacenza il 20 e 21 ottobre una due giorni all’insegna della formazione. Titolo: Plasm – on, io vivo giallo, ovvero di cosa si parla quando si parla di plasma.
Una quarantina di ragazzi dalla Regione (6 dalla nostra provincia) a cui si sono uniti anche rappresentanti delle Marche e del Lazio, hanno partecipato al Forum che è stato aperto dal presidente regionale Maurizio Pirazzoli.
I prodotti derivati dal plasma diventeranno nei prossimi anni sempre più importanti per il sistema sanitario e uno degli obiettivi principali del Piano sangue di questo biennio è proprio l’incremento di questo tipo di raccolta.
Per comprenderne il motivo, fondamentale è stato il contributo di Vanda Randi del Centro Regionale Sangue, che ha fornito ai giovani una conoscenza superiore di questo tema in tutte le sue sfaccettature.
Altrettanto importante il contributo di Francesco da Prato di Kedrion, una delle aziende che in Italia lavora il plasma raccolto per conto del servizio sanitario restituendo farmaci salvavita e altre preparazione a base di plasmaderivati.
Sulla donazione di plasma ci sono ancora resistenze da parte dei donatori e alcuni stereotipi da smontare: il plasma viene ancora considerato una donazione di serie B per chi non può donare sangue. E c’è anche chi lo guarda con sospetto, perché il plasma (la parte liquida del sangue) viene prevalentemente utilizzato per i farmaci salvavita prodotti dalle industrie farmaceutiche, principalmente immunoglobuline, albumina e Fattore VIII. È invece di grande importanza difendere il modello italiano di raccolta del plasma da donatori volontari.
Vanda Randi ha mostrato i dati regionali sulla raccolta, che deve crescere anche per contribuire all’autosufficienza nazionale (oggi l’autosufficienza si aggira fra il 50% e il 70%): l’Emilia-Romagna è infatti la seconda regione Italiana per conferimento di plasma alla lavorazione, per produrre quei presidi medici senza i quali le cure per molte persone sarebbero ancora oggi impossibili.
Non va infine dimenticato che la nostra Regione ha sottoscritto un accordo per cedere le componenti in eccedenza ad alcuni Paesi in via di sviluppo, dove molte persone emofiliche non avrebbero alcuna speranza di vita.
“La raccolta da donatori non remunerati – ha spiegato la dottoressa Vanda Randi – è importante anche per contrastare la raccolta a pagamento, che si effettua in alcuni Paesi europei come la Germania e la Repubblica Ceca” Il rischio è che un metodo da solidale e virtuoso si trasformi in puro business. L’unico modo per contrastarlo è incrementare il nostro sistema di raccolta da donatori volontari, anonimi e non remunerati.
Anche per questo Avis nazionale ha messo in campo un’apposita campagna promozionale, il cui spot in anteprima è stato presentato da Boris Zuccon ai giovani di Piacenza.
- Boris Zuccon
- Davide Carini
Raccontare il plasma sarà una delle prossime missioni anche dei ragazzi di Avis, ai quali lo “storyteller” Maurizio Matrone ha illustrato il linguaggio e le tecniche di comunicazione più efficace per promuoverlo.
Infine, Irene Oppi ha presentato alcuni casi emblematici riguardanti la donazione, come quello del ragazzo leucemico che è stato trattato con plasmaderivati e ora è completamente guarito.
Due giornate intense di notizie, informazioni e anche di emozioni, che hanno previsto anche un momento di spettacolo/improvvisazione il sabato sera con il gruppo teatrale LE VISSOLE.
Per tutti, il ritorno a casa con tante consapevolezze in più e con l’impegno a trasmettere nelle proprie realtà quanto acquisito in questi giorni.
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