Sono 20 tra i 19 e i 38 anni, in prevalenza marocchine, ma anche tunisine ed algerine. Venti donne, 13 a Mirandola centro e 7 nella frazione di Gavello, decise ad imparare a leggere e scrivere l’italiano. Dal mese scorso sono le nuove “alunne” del corso di italiano per donne analfabete promosso congiuntamente dall’Associazione “Donne in centro” di Mirandola e Avis Mirandola.

“Senza conoscere la lingua nessun percorso di integrazione è possibile, tutto è più difficile”. Fatima, giovane mamma in aula con il suo secondo figlio di poco più di un anno, ne è convinta. “Imparare almeno a livello elementare l’italiano per noi vuol dire essere ascoltati, aprirsi alle conoscenze di altre culture, contribuire a ridurre distanze e barriere tra storie e popoli diversi”.

Fatima, anche se deve ogni volta fare i conti con i tanti problemi di gestione dei tempi del lavoro e della famiglia, non ha ancora una assenza sul registro. Poche anche quelle delle altre amiche di corso.

Due le sedi scolastiche. La prima, a Mirandola nei nuovi locali della scuola del Portico, la seconda a Gavello presso il centro civico Matteo Serra. Si ritrovano tutti i martedì e i giovedì, per un’ora e mezza, fino al prossimo mese di maggio.

Obbligatorio per tutti parlare e scrivere in italiano; solo in italiano, in un rapporto allievo-docente quasi sempre personalizzato, e comunque dimensionato a secondo del livello di accesso. Il tutto grazie ad un gruppo di insegnanti volontarie di “Donne in centro” molte delle quali maestre in pensione, pronte a mettersi in gioco in una esperienza per loro, come per le loro allieve, senza precedenti.

Quasi naturale anche il rapporto di collaborazione Avis Mirandola e “Donne in centro”: ci sono valori condivisi e tanto volontariato ma soprattutto un comune percorso di attenzione ai temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione.

L’ Avis Mirandola è da anni impegnata, insieme ad alcuni volontari del Centro islamico di Mirandola, nella promozione del dono del sangue fra gli extracomunitari della Bassa modenese. Non è azzardato dire che l’Avis è ormai di casa fra i giovani del centro culturale islamico come di casa sono nell’Avis Mirandola decine di giovani donatori magrebini.

I primi contatti risalgono all’ormai lontano 2011. Attento ai grandi temi della solidarietà e nello specifico della donazione del sangue, con Ez Zirami Hamid sono state organizzate le prime visite di accesso alla donazione seguite dagli esami medici di routine.

Ad oggi i donatori provenienti dai paesi del Magreb iscritti all’Avis Mirandola sono 80 di cui 46 uomini e 34 donne; una esperienza di vera solidarietà, di notevole valore civico ed etico, un gesto di grande generosità; un gesto, capace di abbattere tabù culturali e pregiudizi; un modo per costruire integrazione vera.