Giovedì 5 dicembre si è festeggiata la Giornata Mondiale del Volontariato (International Volunteer Day) giunta alla 34° edizione. La festa è infatti prevista dalla risoluzione 40/212 del 17/12/85 delle Nazioni Unite.
Per trattare l’argomento sarebbe facile farsi tentare dall’utilizzo delle migliaia di dati che circolano sul web relativi alle statistiche raccolte da più parti e relativi ai più confortanti numeri che al volontariato si riferiscono, ma evidentemente si rischia di cadere nella banalità dimenticando invece di capire cosa nel volontariato funziona (quasi tutto) e cosa no.
Limitiamoci dunque a ricordare che oltre 5 milioni di persone (12,6%) in Italia si impegnano gratuitamente a fornire la propria collaborazione per tempi più o meno lunghi nel mondo dell’assistenza, della sanità, dello sport, della protezione civile, dell’impegno sociale inteso nel modo più ampio e completo possibile.
Omettendo scientemente il valore economico attribuibile al lavoro di questo mondo spesso sconosciuto e che quasi mai appare nei telegiornali e nei talk show ci permettiamo soltanto un consiglio a coloro che sono, che sono stati e saranno alla guida del nostro paese, senza riferimento a personaggi o partiti politici con i quali vogliamo rapportarci ma che lasciamo assolutamente fuori, in quanto associazione, dal nostro campo di impegno e lavoro.
Il volontariato c’è, funziona, è utile e consente alle vuote casse dello stato risultati enormi a bassissimo costo in molti campi. Se ne tenga conto! Non si chiedono cose straordinarie ma soltanto la normale constatazione che tutto ciò che funziona va preservato e, se possibile, incrementato.
Da parte nostra la massima disponibilità a collaborare.
Stefano Tosi, redazione Avis provinciale Modena
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