Quando a marzo è scoppiata la pandemia COVID, oltre naturalmente alla preoccupazione per le conseguenze che si prospettavano a livello sanitario, il mio pensiero da amante dei numeri è corso immediatamente al rischio di un crollo verticale delle donazioni che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose sulla tenuta di tutto il sistema sanitario.

Le mie previsioni, almeno per quanto riguarda Sassuolo, sono state sonoramente disattese ed i dati relativi ai primi 8 mesi dell’anno lo dimostrano ampiamente. Vediamo di riassumere il discorso in pochi numeri, cercando contemporaneamente di capirne le cause.

Al 31/8 i dati sono i seguenti:

  • Sangue 1413 contro i 1471 del 2019 quindi -58 e – 3,9%.
  • Plasma 1885 contro i 1504 del 2019 quindi + 381 pari al 25,3.
  • Piastrine 52 contro i 56 del 2019 quindi -4 pari al 7,1.

In totale in 8 mesi registriamo un + 319 pari al 10,5%. Anche i dati relativi al trimestre estivo (giugno-agosto) sono ottimi e registrano un incremento totale di 158 unità pari al 14,13%. A livello provinciale nello stesso trimestre l’incremento è del 8,11%.

Dati davvero incredibili che mettono in evidenza prima di tutto come sia possibile trasferire dal sangue alla plasma un certo numero di donatori con una banale opera di proposta più che di convincimento: si sa che di plasma c’è più bisogno quindi perché non cercare di fare fronte a questa evidenza?  E poi, chissà che non possano essere servite le notizie relative alla cura del Covid utilizzando la plasma iperimmune.

Per quanto riguarda poi il discorso delle donazioni in generale, i nostri donatori, cui va riconosciuta una evidente capacità di interpretare le situazioni, dopo un attimo di smarrimento hanno inquadrato correttamente la situazione, anzi molti non hanno aspettato le nostre telefonate di convocazione, chiamando direttamente per appuntamenti.

Senza dimenticare la gara di solidarietà da parte di numerosi non donatori ed ex donatori che si sono dati disponibili a donare subito e che, alle nostre risposte circa l’impossibilità di accettare la solidarietà di sconosciuti, hanno accettato di iscriversi e sottoporsi a tutte le normali pratiche richieste. Moltissimi dunque i nuovi donatori di ogni età e genere, e molti di più sarebbero stati se non si fosse forzatamente interrotto il rapporto con le scuole.

Il prossimo anno forse le cose cambieranno ed i numeri avranno segno meno. Vedremo. Intanto godiamoci questo momento di soddisfazione. In ogni caso questa è l’AVIS, un misto di volontariato e professionalità mediche, di volontariato coordinato in una struttura provinciale che lo mette in grado di dialogare con i livelli superiori regionali e nazionali, un’entità in grado di supportare ed assicurare la totale copertura di sangue e derivati a livello provinciale, l’85% a livello regionale ed oltre il 60% a livello nazionale lasciando ad altri enti ed associazioni la copertura delle differenze.

In conclusione dati ancora entusiasmanti per la nostra sezione e non è colpa mia se Sassuolo è Sassuolo. Sono conscio di avere con questa dichiarazione innescato la solita scherzosa polemica circa la supremazia sezionale e che conseguentemente verrò redarguito dai colleghi in redazione : niente in tutto. L’Avis è anche, oltre che impegno, amicizia (tanta) e divertimento, che non guasta.

Stefano Tosi