Oltre il coronavirus: le riflessioni del presidente di Avis Emilia-Romagna sull’anno che sta per terminare. E qualche spunto per quello che verrà.

La vita è relazione, è uno scambio che richiede un incontro continuo. Grande parte della bellezza nella vita sta negli abbracci, nei gesti d’attenzione. La pandemia quest’anno ci ha tolto tutto questo, e gran parte della bellezza della vita. E allora cosa ci resta? Ci resta il dono. Che – come Avis ha dimostrato sin dai primi momenti – può continuare a esistere e a legare le persone con il filo della solidarietà, della cura, dell’altruismo. Non vogliamo essere un’organizzazione sociale senza socialità, per questo dai primi minuti dell’emergenza covid abbiamo lavorato sulla sicurezza salvaguardando le donazioni e il senso di comunità.

Infatti i giorni immediatamente successivi al 24 febbraio sono stati durissimi, la paura era vera ed era tanta, da parte di tutti: donatori, dirigenti, personale sanitario e associativo. Non ci era neppure chiaro se il Covid, come avviene con altri virus, si trasmettesse o meno con il sangue, se la raccolta dovesse essere sospesa. Poi, finalmente, nei primi giorni di marzo il Centro Nazionale Sangue ha reso noto che “non c’è evidenza che il virus si trasmetta col sangue”, chiedendo alle associazioni di proseguire la raccolta per non mettere in crisi un sistema sanitario così sotto pressione e in tilt.

Abbiamo fatto squadra creando stabili e quotidiane comunicazioni tra presidenti provinciali, vedendoci con cadenza settimanale e consultandoci molto di più. Abbiamo affrontato decine di piccoli e grandi problemi, si poteva uscire di casa solo per esigenze urgenti ed indifferibili ma aprire la sede Avis lo era? E il donatore che va a donare rientra tra le attività indifferibili per le quali è possibile spostarsi o esponiamo i donatori ad una segnalazione in procura che, ricordiamolo, rappresentava la possibile sanzione? Abbiamo cercato i dispositivi di protezione individuale per il personale per non pesare sul sistema sanitario, che a sua volta stava combattendo la sua durissima battaglia. Abbiamo dedicato volontari a distanziare adeguatamente i donatori nelle sale d’aspetto, quasi ovunque abbiamo messo sedie fuori dalle nostre sedi, ci siamo inventati soluzioni, sapendo che di fronte all’incertezza potevamo contare quasi solamente sul nostro buon senso e determinazione.

Ma la cosa che più ci ha colpito e che, in un momento nel quale le istituzioni giustamente ci invitavano a stare a casa a tutela della nostra salute, i dipendenti, i collaboratori, i medici e infermieri, i volontari, non sono stati a casa ma sono andati ad aprire i punti di raccolta perché i donatori potessero donare, ed anche loro si sono presentati. Abbiamo risposto al telefono, alle mail, ai messaggi giorno e notte, sabato e domenica, pur di informare  e rassicurare le donatrici e i donatori sulla situazione in tempo reale. Abbiamo combattuto e respinto bufale e fake news che creavano spavento e incertezza quando serviva fermezza e  comprensione. Abbiamo saputo anteporre le esigenze della salute collettiva a una prudenza individuale che, pure, sarebbe stata legittima. Da Piacenza a Rimini nessuna giornata di raccolta è saltata, ha prevalso la necessità di un impegno collettivo alla pur legittima prudenza individuale. Questo è il valore delle Avis dell’Emilia-Romagna.

E durante l’estate non abbiamo abbassato la guardia, stupiti di come la stampa e il senso comune percepisse una cessato pericolo. Sapevamo che non era così: sapevamo che l’autunno avrebbe riportato in alto la temperatura dell’incertezza e richiesto un nuovo sforzo organizzativo e comunicativo. Abbiamo lavorato in anticipo su una campagna per convincere i donatori a vaccinarsi per l’influenza, perché non si confondesse con il covid. Abbiamo lavorato per i test sierologico contestualmente alla donazione. Abbiamo collaborato alla messa in pista di un protocollo di sperimentazione per il plasma iperimmune insieme al CRS (di cui vi racconteremo i dettagli nei prossimi giorni, ndr) quando entrambi eravamo convinti fosse costruito su solide basi. Abbiamo preparato piani per la gestione di possibili focolai tra i volontari, organizzato chiamate e incontri in remoto, organizzato la scuola, la formazione, la comunicazione a distanza.

Il resto è Storia. La storia di questo 2020 che non vogliamo buttare in toto nell’immondizia anche se ci ha fatto soffrire e spaventare. Perché domani, tornare a incontrarci dal vivo sarà ancora più bello e gratificante, e perché nel frattempo abbiamo fatto crescere un’intera generazione di volontari, dirigenti e dipendenti nell’utilizzo di tecnologie applicate alla chiamata, alla raccolta e alla promozione del dono. Perché migliaia di non donatori ci hanno scritto per diventarlo, con l’idea di fare qualcosa di utile per la propria comunità. Perché abbiamo ricordato a noi stessi che siamo fragili, sì, ma anche quanto siamo bravi ed efficienti quando lavoriamo tutti insieme, quando concordiamo e mettiamo in pratica le linee comuni.

A tutti i donatori rivolgiamo una preghiera: siate pazienti, siate gentili, siate comprensivi. Con tutti e sempre: perché sarà un Natale difficile e solitario per molti, e noi donatori sappiamo che donare non è solo un gesto, è uno stile di vita. Le persone più fragili – non solo fisicamente ma anche psicologicamente – hanno oggi ancora più bisogno di noi. E la nostra ricompensa, come sempre, è la gioia derivante dall’idea di aver migliorato – se non salvato – la vita di qualcuno. Aspettiamo con trepidazione e con un po’ di timore nel cuore questo 2021: Comunque andrà, ci faremo trovare pronti.

Per questa campagna delle festività natalizie abbiamo voluto fare le cose insieme, davvero: abbiamo lavorato con il gruppo di comunicazione Buone Prassi di Avis Nazionale per l’immagine coordinata, e abbiamo realizzato dei messaggi natalizi e per Capodanno insieme alle altre Associazioni del dono dell’Emilia-Romagna. Per ricordare che il dono moltiplica la solidarietà e crea coesione sociale.

di Maurizio Pirazzoli – Presidente Avis Regionale Emilia Romagna

(Fonte: Avis Regionale Emilia Romagna)