Salve gente. Permettetemi, in questo momento piuttosto particolare che coinvolge l’intera umanità, di festeggiare assieme a voi la Giornata Mondiale del Volontariato (5 dicembre scorso), la festa di quella massa incredibilmente numerosa di persone che, specialmente in Italia, dona il proprio tempo e, nel vostro caso, più volte all’anno, ed in vita, parte del proprio corpo. E scusate se insisto su questo particolare che non mi sembra proprio secondario.
Tanto premesso eccomi pronto a rientrare nei panni del grillo parlante per un velocissimo
BILANCIO DI FINE ANNO
Nato sotto ben diversi auspici il 2020 (per tutti il venti venti), in breve ci ha precipitati in una crisi paurosa a causa di un nuovo virus (poi trasformatosi in pandemia) che ha messo in crisi, oltre alla salute ed all’economia, tutte le nostre certezze e speranze.
Veramente proprio tutte no e l’Avis, che non ha subito contraccolpi particolari, ne è un esempio lampante. E’ vero, infatti, che le pratiche di donazione hanno richiesto adeguamenti consistenti e importanti anche dal punto di vista finanziario; è vero che si sono dovuti cancellare appuntamenti istituzionali importanti e pratiche consolidate nel tempo, è vero che ci si è dovuti adeguare a procedure diverse, ma è altrettanto vero che la risposta dei nostri donatori è stata assolutamente positiva.
Senza contare poi che probabilmente molte delle variazioni procedurali adottate resteranno in vigore anche dopo il Covid 19 essendosi dimostrate razionali e valide.
Ma veniamo ai risultati pratici che già a questo punto si prevedono per fine anno, e che smentiscono seccamente i timori che ad un certo punto cominciavano ad emergere circa un possibilissimo pericolo di svuotamento delle sale prelievi e di conseguente carenza di sangue.
I numeri li vedremo alla fine, ma già da ora una cosa è certa: quello delle sacche raccolte è aumentato sensibilmente specialmente per quanto riguarda il prelievo in plasmaferesi che ha sostituito in molti casi il sangue intero (come per altro richiestoci).
In aumento anche il numero dei donatori, nuovi o rientranti dopo anni di mancata donazione, aumento tanto più importante se si considera che nel 2020 si è dovuto rinunciare ai giovanissimi (circa un centinaio) che ogni anno entrano nei nostri elenchi dall’attività presso le scuole.
Ricordiamo anche che i risultati relativi alle donazioni sarebbero stati ben superiori se non pagassero lo scotto dell’esclusione dei donatori che lavorano presso presidi sanitari (ospedali, RSA, case di cura, pronto soccorsi ecc.) e di quelli che per positività al virus, dubbio di frequentazioni pericolose ecc. sono stati provvisoriamente sospesi.
Bene, dunque, anzi benissimo. Mi permetto però di ricordare che purtroppo la grave situazione attuale non terminerà a breve, che stiamo forse vincendo una battaglia ma che la guerra continuerà probabilmente a lungo anche se si intravede una luce in fondo al tunnel.
Nessun calo del nostro impegno, dunque, anche perché a breve riprenderanno in pieno gli interventi chirurgici e che, quasi certamente, inizierà la cura con plasma iperimmune dei donatori positivi al Covid 19. Il nostro compito istituzionale è quello di garantire alla comunità il fabbisogno di sangue necessario. L’abbiamo sempre fatto e vediamo di farlo per l’avvenire.
Intanto grazie, auguri per le prossime festività e, sperando che qualcuno non mi spiaccichi contro il muro come fece Pinocchio con il mio avo, arrivederci al prossimo anno.
Il grillo parlante
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