Salve gente. Apriamo i nostri discorsi con una buona notizia. Nonostante la pandemia e le prescrizioni restrittive relative alla zona rossa, le donazioni relative al primo trimestre del 2021 continuano a viaggiare a ritmi sostenutissimi e questo ci consente di mantenere il trend dell’anno precedente ed assicurare i numeri del passato in vista del mantenimento delle indispensabili scorte di sangue e dei suoi derivati.

Fra questi vediamo oggi di analizzare un prodotto poco considerato ma estremamente importante e cioè le

PIASTRINE

L’idea mi è venuta leggendo l’intervista (leggi intervista) rilasciata su questo argomento il 15 febbraio scorso alla Gazzetta di Modena dal dott. Giovanni Ceccherelli responsabile del Centro di Medicina Trasfusionale del Policlinico di Modena accompagnata da un titolo significativo “Piastrine, servono donatori per rispondere alla domanda”.

Nella stessa, come facilmente comprensibile, si lamentava, pur nell’apprezzamento per i risultati raggiunti (circa 1930 unità nel 2020), la mancanza di nuovi donatori (specialmente giovani) disponibili a recarsi per la donazione a Modena al Policlinico (unico luogo in tutta la provincia deputato a tale operazione).

Preso atto della situazione, certamente non preoccupante ma almeno degna di attenzione cosa si potrebbe fare?

Anzitutto sensibilizzare i medici e gli operatori che lavorano in sala prelievi affinché si attivino in una continua campagna di informazione rivolta a tutti i donatori spiegando loro i campi di utilizzo e le modalità di prelievo delle piastrine, particolari che moltissimi non conoscono e dei quali pertanto si disinteressano.

Ovviamente e mi scuso della banale precisazione, non sarebbe un’operazione effettuata a tappeto sulla totalità dei donatori ma soltanto nei confronti di chi risulta, dagli esiti degli esami annuali, idoneo a tale tipo di donazione, di chi in pratica dall’emocromo risulta in possesso di un numero sufficiente di piastrine. E qui mi fermo immediatamente anche per non rischiare di invadere un campo che ovviamente non è il mio.

E se poi qualcuno fra i più tecnologici volesse affidarsi ad Internet per togliersi tutti i dubbi? Benissimo: lo faccia pure, ricordandosi però che sulla rete non sempre intervengono i più ferrati in materia ma si rischia di incontrare qualche ciarlatano che si inventa competenze che non possiede o di leggere notizie superate da una evoluzione continua della scienza medica.

Ripeto, e lo farò fino all’esaurimento, che le maggiori certezze si hanno consultando coloro che giornalmente lavorano sul campo specifico e sono oggetto di continui aggiornamenti.

Bene. Diamo dunque per scontato che si sia centrato il problema, che il medico ci abbia convinti dell’utilità del dono delle piastrine e che quindi si intenda procedere di conseguenza.

Da vecchietto rompiscatole (Pinocchio sarebbe d’accordo) a questo punto lancio una provocazione: siamo sicuri che null’altro si ponga fra il donatore e la donazione? Magari fosse così. In ogni caso studiamo la questione, diamoci una scadenza entro la quale ricontrollare la situazione, ed eventualmente inventiamoci qualche rimedio.

Ricordiamoci sempre che noi siamo l’Avis: un nome, una garanzia di successo.

Il grillo parlante

(Stefano Tosi)