Salve gente. Forse non tutti ne sono al corrente, ma purtroppo (o fortunatamente) in certe zone (esempio Sassuolo) è diventata un’avventura prenotare una donazione di plasma al sabato e alla domenica dovendo già ora prevedere una data avanti di circa un mese.
Purtroppo perché non si riesce a farlo prima e fortunatamente perché questo significa che la plasmaferesi sta entrando sempre più nella mentalità dei donatori ed i risultati lo dimostrano.
Si può ovviare a questa situazione? Probabilmente sì sfruttando maggiormente i
VANTAGGI RICONOSCIUTI AI DONATORI SUL POSTO DI LAVORO
Vediamo di spiegarci meglio. Da anni lo stato, invece che elargire all’Avis contributi generici, ha scelto di stanziare fondi a favore del datore di lavoro il cui dipendente si reca all’Avis per la donazione nelle giornate lavorative.
In pratica il dipendente stesso si assenta dal lavoro per tutto il giorno della donazione, riceve dall’Avis apposita certificazione che consegna alla ditta che in questo modo può chiedere il rimborso direttamente all’INPS detraendo l’importo relativo dal pagamento dei contributi mensili.
In questo modo tutti contenti: la ditta che non subisce danni finanziari, il dipendente che a fine mese riceve la busta completa e l’Avis che ha una donazione in più.
Si tratta di un diritto per il donatore, diritto che però non può e non deve sicuramente prescindere dall’accordo preventivo con la direzione in vista del mantenimento di una indispensabile continuità del lavoro in azienda.
Tanto premesso addentriamoci nel lato pratico della questione. In quanti, per esempio, fra quelli che prenotano soltanto nel fine settimana (specialmente fra gli ultimi iscritti) sono al corrente di questa possibilità? In quanti, sapendolo, ne hanno parlato con il datore di lavoro chiedendogli la disponibilità ad accordare un permesso gratuito?
Proviamo a pensarci e, sicuramente, ampliando la platea dei donatori durante la settimana diminuirebbero a lungo andare i tempi di prenotazione al sabato ed alla domenica. Ovviamente il discorso vale anche, oltre che per la plasma presa quale esempio, per gli altri tipi di donazione per i quali sia prevista, o no, la prenotazione.
Altra precisazione importante. I più “anziani” ricorderanno che fino a qualche tempo fa esisteva una controindicazione all’operazione dovuta al fatto che non sempre il donatore può effettuare la donazione qualora vengano riscontrate situazioni avverse durante la visita medica.
In questo caso il donatore riceveva soltanto un documento che giustificava l’assenza ma non consentiva il rimborso obbligando il donatore stesso a rimettere di tasca propria il costo del tempo perso. Dal 2015 anche questa incongruenza è stata sanata grazie al decreto Lorenzin che ha previsto in bilancio un congruo stanziamento che consente il rimborso (sempre da parte dell’azienda) del tempo sottratto al lavoro seguendo sempre le modalità precedentemente elencate.
Bene, augurandomi di essere stato sufficientemente esaustivo, passo il testimone ai donatori. Provate a informarvi presso la vostra azienda ricordando che anche in questo caso la precedenza va sicuramente accordata alla tutela del posto di lavoro anche se ben difficilmente un datore di lavoro, potendo, si oppone ad una richiesta di questo genere.
Buon lavoro dunque e, quando è ora, buona donazione.
Il grillo parlante
(Stefano Tosi)
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