Salve gente. I dati in nostro possesso circa le donazioni di sangue, plasma e derivati non sono certamente entusiasmanti e non è questa l’occasione per cercare di analizzarne le cause, cosa che mi ripropongo di fare prossimamente.
Guardiamo la cosa da un altro punto di vista:
CHE RISCHI SI CORREREBBERO SE LE DONAZIONI CONTINUASSERO A DIMINUIRE?
Iniziamo ad affrontare il discorso analizzando un dato importante. Pare proprio che il numero di grandi interventi chirurgici in regione abbia raggiunto e forse superato quello del periodo pre-covid e qui ci sarebbe davvero da divertirsi snocciolando dati, casi e numeri che giornalmente ci vengono raccontati.
Mi limito quindi a raccontare quanto riportato da un articolo di giornale relativamente ad un exploit del Policlinico Sant’Orsola di Bologna dove fra il 21 e 22 settembre 2021 ben undici equipe sono riuscite ad effettuare 9 trapianti in 24 ore (2 di cuore, una di polmone, 2 di fegato, 4 di rene).Al lavoro 56 chirurghi, 11 anestesisti, 11 perfusionisti, 27 infermieri e 18 OSS.
I beneficiari sono quattro donne e 5 uomini provenienti da regioni diverse (Sicilia, Sardegna, Puglia,Toscana, Emilia Romagna) che da qualche giorno hanno visto riaprirsi prospettive nuove nel loro futuro.
Una cosa mastodontica, tecnicamente meravigliosa (immagino) ma, direte voi, che cosa centra con l’Avis? Centra, e come, anche perché ho volontariamente lasciato per ultimo un dato non certo secondario secondo il quale sembra siano state usate 74 unità di sangue (circa 20 litri) e 15 litri di plasma più o meno frutto della generosità di un numero notevole di donatori.
Qual’è la morale che si può ricavare da tutto questo? Molto semplicemente omaggiamo il lavoro dei tecnici ospedalieri ma rispondiamo alla domanda iniziale con un’altra banalissima considerazione: si sarebbe potuto eseguire tutto ciò se non ci fosse stato il contributo dell’Avis? No di certo.
E qui forse sta il limite della nostra comunicazione. Siamo talmente abituati ad assicurare l’autosufficienza in regione che ormai è diventata normalità una pratica (il dono del sangue) che normale proprio non è. Ricordiamoci una volta di più che siamo gli unici che in vita donano parte del nostro corpo più volte all’anno.
Vediamo dunque (covid o non covid) di non abbassare la guardia. Stiamo salvando la vita ogni anno a migliaia di persone e speriamo di continuare a farlo grazie a voi. Vedete dunque, se vi è possibile, di darci una mano rispondendo alle richieste pervenuteci dall’alto e che vi trasferiamo ricordandovi di nuovo che quel 21 e 22 settembre l’Avis c’era, ed era presente in maniera determinante.
E chiudo con una considerazione per me estremamente importante. Non è facile trovare ogni mese un argomento da trattare per cui, dopo aver ringraziato l’amico Beppe Bonazzi della sezione di Sassuolo per l’articolo che mi ha sottoposto e che qui ho commentato, vorrei proporre ad ognuno di voi di fare altrettanto per l’avvenire.
Se avete idee comunicatemele tramite la redazione del notiziario che me le trasmetterà. Questo servirà anche, come ci siamo proposti, ad incrementare il rapporto diretto con voi.
Avanti dunque e………. alla prossima!!!!!!!!
Il grillo parlante
(Stefano Tosi)
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