Al reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico di Modena il 3 dicembre è arrivato un bastimento carico carico di…Blood Brothers. I nostri simpatici pupazzi, con il loro corredo di album e matite colorate, sono stati consegnati dal presidente Cristiano Terenziani al personale medico e alle maestre della struttura che ospita a Modena i bambini affetti da tumori e malattie del sangue. Un piccolo dono in prossimità delle Feste per allietare le giornate dei piccoli ricoverati, che attraverso il gioco potranno prendere familiarità con il variegato mondo del sangue e dei suoi “abitanti”.
C’ è infatti un fortissimo filo rosso che unisce la donazione del sangue alle terapie oncoematologiche. Ce lo conferma la dott.ssa Monica Cellini, medico della struttura:
“Da noi il fabbisogno di sangue è altissimo, proprio per il tipo di patologie che curiamo. Ogni giorno abbiamo bisogno di trasfondere sangue e piastrine, in base ai controlli sul sangue che facciamo quotidianamente. Le terapie inoltre sono molto pesanti, impattano in modo importante sul midollo e dobbiamo supplire con le trasfusioni. In caso di trapianti, in particolare, il midollo non lavora per 15/20 giorni, quindi dobbiamo sostituire tutti i componenti del sangue con le trasfusioni. Non sarebbe nemmeno pensabile di fare qualcosa in questo reparto se non ci fosse il supporto del Servizio Trasfusionale e quindi dell’Avis”.
Quanti bambini entrano ogni anno nella vostra struttura?
“Se parliamo di oncologia, quindi di patologie quali leucemie, linfomi, tumori cerebrali, tumori solidi, sarcopatie, ogni anno entrano 25/30 nuovi casi. Molti di più sono invece i casi ematologici, anemie, piastrinopenie, talassemie, deficit immunitari ecc. Il tutto in una fascia d’età che va dal neonato ai 18 anni”.
Ci racconta qualcosa della vita nel suo reparto?
“Siamo quattro medici più il personale infermieristico. Ci affianca una psicologa per il sostegno ai bambini e alle famiglie, poi abbiamo il grande supporto delle maestre che consentono la continuazione dei programmi scolastici, bravissime nella didattica ma anche nell’animare le lunghe giornate di questi allievi speciali.
In reparto cerchiamo di creare un ambiente quanto più normale per i nostri pazienti, che spesso devono rimanere qui per diverse settimane. Per questo oltre alla scuola ospedaliera abbiamo la sala giochi e la biblioteca interna in collaborazione con la Delfini, e tante altre attività come le lezioni di musica o di scacchi, o il “The delle mamme” in cui le mamme dei bambini guariti incontrano quelle dei ricoverati.
Queste ultime e tante altre iniziative le abbiamo dovuto interrompere a causa del Covid, con grande dispiacere per noi e i bambini. Ben vengano allora i Blood Brothers a farci compagnia, perché la scuola, le relazioni e il gioco sono fondamentali nel percorso di cura”.
A proposito di relazioni, che rapporto si instaura con i vostri pazienti in un momento così difficile della loro vita?
“E’ un vero e proprio “legame di sangue”, che continua anche una volta guariti. Tanti di loro, anche 30/35enni, ci hanno cercato durante la pandemia per chiedere consigli e rassicurazioni, soprattutto sul vaccino.
Noi all’ingresso del reparto abbiamo messo un tabellone, dove i nostri vecchi pazienti portano le loro foto, quelle della laurea, quelle del matrimonio, quelle dei loro figli, c’è chi ne ha avuti anche tre.
E’ un aiuto enorme per chi entra, racconta la speranza, il futuro. E’ la dimostrazione che ce la si può fare”.
Qual’ è la speranza per il futuro dei tumori infantili?
“Per quanto riguarda le leucemia si sono fatti passi da gigante ed oggi un bambino guarisce in più dell’ 85% dei casi. E’ chiaro che si deve andare avanti, ricercare, lavorare, studiare, come diciamo sempre, “per guarire un bambino in più”.
Non capita spesso di poter parlare direttamente ai donatori Avis. Cosa vorrebbe dire loro?
“Credo che meglio di me potrebbero ringraziarli le foto su quel tabellone, gli sguardi dei piccoli guariti e quelli dei loro genitori. Io mi limito a dire, anche confrontandomi spesso con colleghi di altre regioni, che a Modena siamo veramente fortunati: non abbiamo mai avuto carenze o difficoltà di nessun tipo a reperire il sangue che serve ai nostri bambini, nemmeno d’estate, nemmeno durante il Covid. Questo ci dà sicurezza e molta tranquillità.
Grazie allora per i regali che ci avete portato, ma grazie soprattutto ai donatori Avis per il loro enorme, indispensabile lavoro a sostegno delle nostre cure”.
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