Come ben sanno i donatori, affiancato ad ogni sala prelievi esiste un locale, più o meno grande, riservato al ristoro dei donatori ai quali vengono offerti assistenza e supporto prima, durante e dopo la donazione.
Ovviamente è indispensabile che anche in questo settore siano assolutamente rispettate le ferree leggi igienico sanitarie vigenti in Avis in materia di pulizia, di controllo dei prodotti offerti, oltre ad assicurare agli operatori un certificato di idoneità al compito di alimentarista incaricato alla distribuzione di generi di ristoro, certificato rilasciato dall’ASL al termine di appositi brevi corsi che periodicamente organizza.
Così succede ovviamente anche nella sede di Sassuolo dove i prelievi si effettuano tutti i giorni escluso il martedì ed i periodi feriali, con l’aggiunta invece di due aperture mensili al giovedì pomeriggio per un totale di 315 turni previsti per il 2022, turni che debbono essere assolutamente coperti.
Un bel giochino davvero, dovendo gestire dei volontari dai quali non si può ovviamente pretendere la presenza, come succede invece nelle aziende che hanno a che fare con dipendenti retribuiti.
Per rispondere poi a chi si chiedesse cosa deve fare un “barista” dell’Avis, vediamo di mettere insieme un po’ di notizie partendo dall’orario di apertura.
Premesso quindi che le donazioni di plasma iniziano alle 7.00 è ovvio che per quell’ora il ristoro deve essere attivo ed il turno terminerà quando l’ultimo donatore avrà lasciato la sede e saranno terminate le brevi pulizie alle attrezzature per assicurare a chi viene il giorno dopo di trovare tutto pronto per la partenza.
E che cosa si fa in queste più o meno 4 ore? Per garantire i precedentemente citati assistenza e supporto ai donatori, basterà semplicemente mettere a loro disposizione (secondo scelta e nella quantità che desiderano), la possibilità di ristorarsi con caffè, cappuccini, toast, paste, pizzette, acqua, bibite varie, succhi di frutta, e chi più ne ha più ne metta.
Ovviamente sono operazioni di facile apprendimento che si imparano in breve tempo affiancando un collega esperto e si affinano con l’esperienza fino a raggiungere la competenza di chi lavora in un bar esterno. Un bel punto di partenza per chi volesse porre le basi per un mestiere nuovo, esperienza spendibile, eventualmente, nella vita lavorativa. Nella vita tutto può prima o poi diventare utile.
Per conoscenza si sappia inoltre che l’assicurazione copre anche i minorenni e che quindi anche chi non ha compiuto i 18 anni può, fra le altre possibilità, mettersi dietro al bancone e fare volontariato con noi.
Cosa ne dite, dunque, di pensarci un attimo?
A proposito volete sapere chi sono le ragazze inquadrate nella foto? Samantha (23 anni) e Alice (16 anni) sono molto carine, molto sveglie e mi auguro continuino il più a lungo possibile. Purtroppo per me, visto che assieme assommano il 50% dei miei anni, mi fanno sentire più vecchio di quanto già mi indica l’anagrafe. Beh, avanti pure.
Bene, questo è quanto, anzi no. Se tutto fosse così semplice che senso avrebbe avuto scrivere questo articolo?
Ebbene sì, l’intoppo c’è, anche se stando al di fuori è difficile vederlo, e si riferisce al fatto che i volontari indirizzati a questo lavoro non bastano e che pertanto sarebbe auspicabile un nutrito ingresso di forze nuove in grado di alleviare il lavoro di chi ad oggi è impegnato fino alla punta dei capelli.
Un invito dunque ai donatori a farsi avanti ed altrettanto alle altre sezioni i cui volontari donano plasma a Sassuolo chiedendo loro di attivarsi in questo senso.
E’ vero che non è la loro sezione, ma è altrettanto vero che il lavoro svolto al ristoro beneficia tutti coloro che vengono a donare.. Meditate, gente, meditate.
Grazie
Stefano Tosi
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