Scorrendo il verbale del 23 Giugno 2022 troviamo fra gli argomenti posti all’Ordine del Giorno questo titolo:
1) capannone sito in via Emilia Po a Modena.
Attribuzione delega per rappresentare l’associazione nel neo istituito condominio
oltre che per la sottoscrizione di eventuali atti necessari alla ristrutturazione dell’immobile.
Vediamo un po’ di che cosa si tratta.
L’Avis Provinciale ha a suo tempo deliberato di acquisire un capannone sito a Modena in via Po da utilizzare quale magazzino materiali e deposito mezzi di trasporto essendo ormai assolutamente sottodimensionati gli spazi adibiti alla stessa funzione nella sede di via Borri e che, dopo il trasferimento, verranno utilizzati per mansioni diverse altrettanto indispensabili.
Perché lo stabile possa diventare fruibile per le mansioni cui è destinato occorre affrontare e risolvere alcune incombenze meglio specificate nell’ordine del giorno delle quali parlerò, per ovvie ragioni di spazio, in altra occasione.
Mi limito pertanto ad affrontare uno dei problemi strettamente legati al capannone e cioè quello relativo al parco auto dell’associazione che deve essere integrato per rispondere alle nuove normative che sempre più vincolano anche i trasporti interni all’associazione.
Mi riferisco, infatti, al trasferimento dei materiali di consumo dal magazzino provinciale alle sedi di prelievo ed a quello che riguarda le sacche e provette raccolte dalle sedi al Servizio Trasfusionale del Policlinico ottemperando alla necessità di una corretta gestione temporanea ottenibile attraverso profonde modifiche in materia di confezionamento e ad un efficace controllo della temperatura di trasporto. Ed ecco perché era assolutamente indispensabile un rinnovo completo del parco automezzi più idonei a tale adeguamento.
Dopo ampia valutazione si sono scelti 5 furgoncini Toyota Proace e 5 Ford Curier perfettamente idonei all’utilizzo richiesto e che entreranno in funzione presumibilmente all’inizio del 2023 in concomitanza (si spera) con l’attivazione del nuovo capannone di cui si è abbondantemente parlato in precedenza.
A chi si chiedesse, poi, chi paga tutto questo, rispondo che sicuramente sarebbe stato impossibile coprire l’intero costo dell’operazione con fondi propri, e pertanto si è potuto procedere soltanto grazie al solito indispensabile intervento della Fondazione di Modena (ex Fondazione Cassa di Risparmio di Modena) che si è accollata il 75% del costo totale riducendo di ¾ l’esborso da parte del provinciale. Alla Fondazione vada il ringraziamento più sentito da parte di tutti i donatori e volontari operanti in Provincia di Modena.
Vogliamo chiudere il discorso con un giudizio finale? Bene. Mi limito a riportare fedelmente la definizione che qualcun altro ha voluto dare di tutta questa maxi operazione: “un passo avanti sulla strada di un servizio sempre più qualificato a tutela del sangue raccolto e delle persone impegnate nell’attività di raccolta”.
E qui termino. Questo è un altro dei problemi che il Consiglio provinciale ha dovuto affrontare e risolvere nel più assoluto silenzio, continuando nell’adozione di tutti quei provvedimenti che abbiamo iniziato a raccontarvi e che continueremo ad illustrarvi anche in avvenire in modo che possiate giudicare l’operato dell’organo che sovrintende alla gestione dell’associazione. Volete saperne di più? Siamo e resteremo sempre a vostra disposizione.
Stefano Tosi
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