Tornando a trattare di argomenti relativi alle donazioni ed ai rapporti con i donatori, affrontiamo oggi nei più svariati aspetti il problema degli

APPUNTAMENTI PER LE DONAZIONI

Come si ricorderà all’inizio della pandemia, assieme all’istituzione del TRIAGE, per facilitare i controlli agli ingressi, è stato reso obbligatorio lo strumento dell’appuntamento sia per quanto riguarda l’accesso alla donazione che all’effettuazione di ogni tipo di esame sia di ingresso che di controllo.

Già da tempo questa prassi era indispensabile per le donazioni in aferesi (plasma e piastrine) che, data la maggiore lunghezza dell’operazione, richiedevano e richiedono una seria programmazione e che allargata oggi anche al sangue intero consente una tempistica più accurata a tutti i livelli. Pensiamo ad esempio al problema del personale sanitario da destinare al punto di prelievo.

In un momento che, a causa della pandemia, purtroppo dura da anni e nel quale a Modena si fanno i salti mortali per assicurare il numero utile di medici ed infermieri, è ovvio che la conoscenza del numero di donazioni previste evita, grazie ad un semplice calcolo, di destinare un numero troppo scarso (fastidiose code) o troppo elevato (gente inattiva) di operatori.

Ma torniamo alle modalità di rilascio degli appuntamenti. La cosa più ovvia, anche se viene applicata piuttosto di rado, sarebbe quella del nuovo appuntamento al termine o durante la donazione, e qui mi permetto un banale invito agli operatori.

Si potrebbe ricorrere alla App Avisnet di facile installazione e che consente al donatore l’accesso diretto ai calendari di donazione: ma qui diventa invece indispensabile, per chi vi accede, la conoscenza della data dalla quale si può accedere alla nuova donazione. In quanti, rispondendo al telefono, si stupiscono che sia già giunta l’ora!

Resta dunque, nel maggior numero di casi, la buona vecchia telefonata. E’ bene, per togliere qualunque dubbio, rimarcare il fatto che le chiamate non sono opera di un tanto vituperato Call Center ma piuttosto dell’opera di colleghi volontari che periodicamente (in base alle giornate di prelievo) si stampano gli elenchi dei donatori in grado di donare, e poi si sobbarcano l’onere di stabilire un contatto con ognuno di loro e vi assicuro (esperienza personale) che dopo decine di telefonate si tende ad andare, come si dice, nel pallone. Non vi arrabbiate troppo, dunque, se un volontario non professionista commette un qualche errore a vostro danno.

Cercate invece, se potete, di dare una mano rispondendo alla chiamata anche quando individuate sul cellulare il numero dell’Avis, oppure, se impegnati diversamente e sempre nel limite della possibilità, richiamate anche più tardi o i giorni seguenti. Prima si prenota, più è facile trovare il giorno e l’ora giusta per la donazione specialmente se si dona al sabato o alla domenica..

Se poi capita che in quel momento non si ha voglia o non si possa donare, invece che ignorare la chiamata, si avverta l’operatore che attiverà una sospensione per il tempo dovuto durante il quale non sarete più disturbati. E lo stesso valga per chi non vuole più donare in assoluto, basta dirlo ed il nome dell’interessato verrà depennato dagli elenchi, non senza i dovuti ringraziamenti per le donazioni effettuate.

Bene, questo è quanto, e grazie per la mano che vorrete dare agli operatori telefonici.

Stefano Tosi