Continuiamo ad affrontare, questa volta più approfonditamente, il problema degli

APPUNTAMENTI PER LE DONAZIONI TRAMITE APP

Come ricordato velocemente il mese scorso, fra i sistemi di prenotazione esiste anche quella relativa all’utilizzo della APP AVISNET grazie alla quale il donatore può accedere facilmente al calendario delle donazioni delle varie sezioni della provincia e scegliere il giorno e l’ora più utili in funzione delle proprie disponibilità.

Tutto bene, dunque? Abbiamo finalmente trovato il modo di facilitare il lavoro delle telefoniste (anche loro volontarie) e quindi di razionalizzare il rapporto fra il donatore e la sezione di appartenenza?

Teoricamente si, ma praticamente le cose non così lineari, e vediamo di capire il perché. Una brevissima inchiesta fra le telefoniste ci racconta, infatti, che spesso il donatore chiamato per la donazione risponda proprio che provvederà direttamente tramite APP, non appena sarà in grado di farlo anche in base ad un controllo delle proprie disponibilità lavorative o da una giustissima voglia di donare. Ovviamente questa risposta blocca le chiamate per un futuro prossimo, anche per evitare di risultare eccessivamente invadenti. Peccato che poi qualche tempo dopo si possa scoprire che l’appuntamento non è stato preso e che, a seguito di successive chiamate, il discorso si ripete, spesso più volte.

Seconda importante considerazione. Spesso i donatori chiamati telefonicamente si stupiscono che sia già trascorso il tempo di sosta fra le donazioni. Come potrebbero quindi prendere appuntamento con la APP se non si rendono conto che è ora di provvedere? Ed ecco che allora torna di moda la chiamata della telefonista che ha il compito di innescare la procedura appena descritta o quanto meno ricordare a chi di dovere che è ora di provvedere.

E’ dunque sbagliato proporre l’utilizzo della App? Assolutamente no, anche perché non sarebbe giusto bocciare una misura tecnologicamente valida soltanto perché non c’è negli utilizzatori omogeneità di applicazione. Stando così le cose e premesso, come ovvio, che il donatore ha tutto il diritto di donare come e quando vuole, mi permetto soltanto di chiedere, a chi desidera utilizzare la APP, l’impegno a rispettare il più diligentemente possibile i tempi dettati dalle norme che regolano il mondo della donazione.

E termino ricordando anzitutto che, molto banalmente, i ritardi non dovuti a questioni di impossibilità medica e comportamentale vanno ad incidere sulla quantità di sangue o plasma da mettere a disposizione della comunità e che il fabbisogno di tali prodotti è purtroppo in continuo aumento.

Ricordo anche una volta di più, a chi non lo sa o non se lo ricorda, che il sangue non è riproducibile in laboratorio, in barba agli sforzi, anche finanziariamente elevatissimi da parte delle case farmaceutiche, in vista di stratosferici guadagni. Dateci dunque una mano a garantire la fornitura gratuita di un farmaco (perché di farmaco si tratta) che solo noi siamo in grado di assicurare.

Stefano Tosi