Li chiamano “nuovi virus”, hanno nomi esotici e ci hanno fatto visita insieme alle zanzare anche in questa lunga estate calda. Tanto che il piano di sorveglianza attuato dall’Istituto Superiore di Sanità sulla loro circolazione in Italia si è protratto fino a qualche settimana fa, a fine novembre.
West Nile Virus, Dengue, Zika, Chycungunja sono stati al centro il 29 novembre di una serata organizzata da Avis Medolla insieme al Servizio Immunotrasfusionale dell’AOU di Modena e al Circolo Medico di Mirandola “M. Merighi” con il patrocinio del Comune di Medolla, per rispondere alle sempre più frequenti domande, di donatori e non, sul diffondersi di questi focolai che sono trasmissibili anche attraverso il sangue.
Ospiti dell’incontro il responsabile del Servizio Immunotrasfusionale del Policlinico dott. Giovanni Ceccherelli e i medici infettivologi Cinzia Puzzolante, Nicole Barp, Licia Gozzi, con l’ introduzione del direttore sanitario di Avis Medolla dott. Giovanni Razzaboni e la conduzione della presidente Daniela Biagini.
da sinistra dott. Giovanni Razzaboni, dott. Giovanni Ceccherelli, dott.ssa Cinzia Puzzolante, dott.ssa Nicole Barp, dott.ssa Licia Gozzi.
E’ stata l’occasione per saperne di più su questi poco graditi ospiti stagionali con la dott.ssa Puzzolante della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico e le sue collaboratrici.
- Dottoressa, è ancora corretto parlare di “nuovi virus”?
In realtà si parla di arbovirosi, cioè le infezioni di natura virale trasmesse da vettori, zanzare, zecche o pappataci, che attualmente sono presenti anche alle nostre latitudini. Nuovi non sono, anzi sono patologie a noi ben note da anni.
Tuttavia, da un lato i viaggi internazionali, dall’altro i cambiamenti climatici hanno contribuito alla maggiore diffusione dei vettori e degli ospiti intermedi (ad esempio gli uccelli).
Ancora, l’antropizzazione che avvicina sempre più i centri urbani a zone prima remote e isolate, rendono l’Europa e l’Italia interessate da questo tipo di infezioni, che fino a pochi decenni fa erano considerate sporadiche.
Ad esempio, per la Dengue, che fino a pochi anni fa interessava turisti di ritorno da aree tropicali endemiche, si è dimostrata la trasmissione autoctona con più di 80 casi registrati quest’anno in alcune aree della Lombardia e del Lazio.
- Quali implicazioni sulla donazione del sangue?
Premesso che esistono moltissime forme virali, l’attenzione maggiore del nostro sistema trasfusionale è sul West Nile Virus che è il più presente.
Ogni anno nei periodi di sorveglianza stabiliti tramite delle circolari ministrariali nelle stagioni primaverili ed estive, viene sempre raccolta una provetta in più per testare sui donatori anche questo virus.
West Nile, pur presentandosi nella maggioranza dei casi come infezione asintomatica, se trasmesso attraverso la trasfusione su persone potenzialmente più fragili, potrebbe provocare sintomi più importanti. Se il virus viene rilevato, il donatore dovrà osservare una sospensione di 4 mesi dalla guarigione completa.
- Quali sono i dati della diffusione e il suo andamento negli anni?
Nell’oltre 80% dei casi le infezioni da arbovirus restano asintomatiche o poco sintomatiche, vengono rilevate quindi solo le forme gravi, in particolare quelle che colpiscono il sistema nervoso centrale, come meningiti ed encefaliti, che non superano comunque l’1%.
Sempre riguardo il West Nile dall’inizio dell’anno sono stati confermati in Italia 332 casi nell’uomo, di cui 190 neuro invasivi (55 nella nostra regione e 7 a Modena).
Tra i donatori di sangue sottoposti al test per la ricerca del virus sono stati riscontrati 71 casi asintomatici, di cui 16 in Emilia Romagna, 70 casi con febbre di cui 6 in Emilia Romagna, 27 decessi in Italia di cui 9 in Emilia Romagna.
Da un punto di vista epidemiologico l’andamento risulta abbastanza costante negli anni, con annate caratterizzate da casi sintomatici (quindi verosimilmente con numerosissime infezioni asintomatiche non diagnosticate) e annate con meno casi. Abbiamo un registro europeo, gestito dall’ECDC, che permette di monitorare la diffusione in Italia e negli altri stati membri anno per anno.
- Dovremo imparare a conviverci?
Di fatto ci stiamo già convivendo e al momento l’unica lotta che si può attuare passa attraverso la prevenzione, con tutti gli accorgimenti che ormai ben conosciamo utili a difendere persone e ambiente dai vettori.
Non si parla ancora di vaccino, se non nel caso del West Nile per i cavalli che sono gli animali “serbatoio” del virus insieme agli uccelli, o per la Dengue nelle zone endemiche dell’America del Sud. Per quanto riguarda la cura, l’infezione viene trattata nella forma sintomatica lieve come una influenza, quindi con tachipirina ed eventualmente, in casi selezionati, antinfiammatori.
DONATORI IN VIAGGIOE’ on line a questo link https://inviaggio.simti.it/ la versione aggiornata del portale “Il Donatore che viaggia”, uno strumento utile per valutare l’idoneità al dono per chi parte e soprattutto per chi rientra da un viaggio all’estero. Il sito realizzato dalla SIMTI (la Società Italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia) riporta le schede di tutti i Paesi del mondo in cui sono indicate le principali malattie endemiche di interesse trasfusionale. In più c’è anche una sezione dedicata ai focolai attivi con gli aggiornamenti relativi alle epidemie in atto in Italia grazie al link che rimanda alla pagina dedicata sul sito del Centro nazionale sangue. |
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