Sono oltre cinquecento gli ebrei presenti sul territorio modenese quando, il 30 novembre 1943, viene emanato l’ordine di polizia che impone il loro arresto e la loro deportazione. Del dramma di quei giorni, delle persecuzioni ma anche dei salvataggi si è parlato domenica 28 gennaio a Mirandola in sala Trionfini in occasione della presentazione del nuovo libro del ricercatore storico e giornalista Fabio Montella, “Speriamo in giorni migliori- gli ebrei stranieri a Modena: vita quotidiana, persecuzione, salvataggio, ritorno – 1933/1947”, un appuntamento promosso da Avis e Università della libera età di Mirandola in collaborazione con la Fondazione Villa Emma di Nonantola e l’Istituto Storico della resistenza di Modena. A dialogare con l’autore è intervenuto il professor Roberto Alessandrini, giornalista, scrittore, docente presso l’Università Pontificia Salesiana.

 

Più di cinquecento ricercati, donne e uomini di ogni età e condizione sociale, insieme ai quali il ricercatore indipendente Fabio Montella, avvalendosi di una grande mole di documenti provenienti da una pluralità di fonti, ha idealmente ripercorso la storia degli ebrei stranieri residenti a Modena, dal 1933 al 1947, proponendone numerose pagine che spaziano dalla loro vita quotidiana alle persecuzioni, dalle deportazioni ai salvataggi e ritorni.

Il tutto in una attenta e riuscita ricostruzione di una vicenda e di un periodo complesso in cui a Modena hanno convissuto gesti di grande generosità e concrete pratiche di collaborazione al disegno nazista di sterminio degli ebrei.

Il libro, in libreria in questi giorni, è edito da Giuntina libri.