Bene. Anche quest’anno la festa è andata in porto e direi proprio con particolare soddisfazione generale anche se si é voluto rinunciare alla parte più appariscente e scenografica della manifestazione come si era svolta gli anni precedenti. E’ vero quindi che cosi è mancata la Messa in Duomo, che abbiamo rinunciato alla sfilata con accompagnamento della banda per le vie della città, e il ritrovo finale a Ca’ Marta per il pranzo finale, ma è altrettanto vero che tutta la cerimonia si è svolta in un unico luogo (la Parrocchia di Rometta)  evitandoci così inutili spostamenti e complicati  problemi di parcheggio specialmente in centro storico.
Seguendo invece la falsariga degli anni precedenti per quanto riguarda la preparazione si è cominciato ad affrontare per tempo l’annoso problema delle benemerenze che da sempre creano i disagi maggiori. Si è quindi pensato di accantonare momentaneamente quelle di valore minore, sotto cioè alle 50 donazioni (valutabili in diverse centinaia) interessandoci invece soltanto a quelle con valore previsto dall’oro in poi, controllando, ed eventualmente correggendo, gli elenchi proposti dal programma Avisnet. Ma non bastava. Che tipo di medaglie d’oro vogliamo consegnare,  quelle in oro zecchino, costosissime, o sostituirle con quelle placcate in oro molto più a buon mercato ottenendo così un risparmio enorme da destinare alla gratuità della cena offerta ai donatori? Questa è stata la scelta ed in questo modo si è poi provveduto. Importante poi avere la certezza del numero dei partecipanti alle premiazioni ed alla cena in modo da poter dare all’organizzazione numeri coerenti. Serie di telefonate, assicurazioni ricevute e quindi discreta sicurezza al netto di  possibili minime differenze. Bene. Tutto è a posto, tutto è risolto: siamo pronti e possiamo senz’altro procedere con la festa.
Ed infatti, come da programma, alle 17,30 di sabato 11 Maggio scatta la prima fase presso la sala conferenza parrocchiale dove avviene l’incontro dei donatori con le autorità nelle persone del sindaco Gian Francesco Menani, del Vice sindaco e donatore Alessandro Lucenti, del Presidente dell’Avis Provinciale Cristiano Terenziani, oltre al presidente sezionale Stefano Tosi. Dopo i discorsi di rito (dei quali non faccio cenno per ovvii problemi di spazio) si è proceduto alla consegna ai donatori delle benemerenze che, come previsto, ci avrebbe obbligato ad affrontare numeri veramente notevoli. Si è partiti dalle medaglie d’oro (50 donazioni) 165 donatori, oro e rubino (75 donazioni) 72 donatori, oro e smeraldo (100 donazioni) 36 donatori, oro e diamante (120 donazioni) 20 donatori. Ovviamente e fortunatamente non tutti si sono presentati e pertanto chi non è potuto intervenire si attiverà al ritiro in sede.
Al termine trasferimento per breve sosta nel cortile e poi alle 19,00 la Santa Messa prefestiva in programma in parrocchia (assolutamente facoltativa e quindi riservata soltanto a chi volesse partecipare. Poi tutti nel salone appositamente attrezzato per la cena alla quale hanno partecipato circa 150 persone che certamente non hanno patito la fame, anche grazie agli “Amici di Don Carlo” che gestiscono il ristorante e dimostrando  la loro amicizia con l’Avis, ci hanno trattato, come si dice, “con i guanti della festa”.  Naturalmente mi astengo dalla presentazione del menù, assicurando che si è trattato di una serata in ogni caso piacevole (stando almeno ai commenti ed alle congratulazioni ricevute).
Un ultimo flash al termine della serata. Era stato predisposto un piccolo gioco finale che consisteva nell’indovinare il peso di un prosciutto, gara che aveva come premio il prosciutto stesso, Nella mia ignoranza ho fatto 3 tentativi dei quali (assoluta fortuna) uno si è avvicinato moltissimo al peso reale: ho sbagliato di meno di 200 grammi. Pochi secondi di speranza poi è arrivato il vincitore che per 100 grammi mi ha battuto.  Ovviamente ci sono rimasto male salvo poi consolarmi cercando di convincermi che 8 chili di prosciutto sono troppi per me: quindi è stato meglio così.
Poi, ricordo scolastico, mi è venuta in mente la favola di Esopo della “volpe e l’uva”. Ricordate? La volpe, attirata dall’uva matura ancora appesa ai tralci cerca di mangiarsela, ma dopo numerosi inutili tentativi vanificati dall’altezza eccessiva, si consola dicendo a se stessa “non mi interessa,  è ancora acerba”.  Saggezza di uno scrittore greco vissuto mezzo secolo prima di Cristo. Medita, Stefano. Medita
Stefano Tosi