Si chiama Pierfrancesco e da poco ha donato il midollo osseo. Per noi di Avis, ma anche per molti che ci leggono, Pier è una presenza familiare, sempre attivo dove c’è un banchetto, un’iniziativa, una riunione o un evento.
Potremmo definirlo un “donatore totale” perché ricopre ruoli nelle tre associazioni AVIS, AIDO e ADMO, una scelta che viene dalla sua infanzia. “Da piccolo ho trascorso circa 13 anni in ospedali pediatrici – dice – e ho avuto modo di vedere intorno a me la sofferenza di tanti miei coetanei. Per questo appena possibile mi sono iscritto ad AVIS e AIDO e poco dopo ad ADMO”.
E proprio da ADMO qualche mese fa è arrivata “la chiamata”: il suo midollo osseo risultava compatibile con quello di un paziente che necessitava di trapianto, era il momento di donarlo. “La possibilità di match, cioè la “somiglianza” genetica tra due persone nel mondo, è di 1 su 100.000 e io ero quell’1. Naturalmente ho risposto “si”, con molta emozione e anche sapendo che quella risposta avrebbe segnato i mesi successivi”.
Il percorso preparatorio, seguito dai medici del Centro Trasfusionale del Policlinico di Modena, ha previsto infatti una serie lunga e accurata di accertamenti per arrivare al prelievo nelle condizioni di salute ottimali, mentre lo stesso accadeva dalla parte del ricevente, quel “gemello genetico” che il nostro Pier non conoscerà mai.
“Infine, dopo qualche mese e con tutti i parametri in perfetta forma, ho potuto fare la donazione di midollo, o per l’esattezza di cellule staminali emopoietiche. Quello è un giorno che non dimenticherò”.
La procedura per la donazione di midollo è molto simile ad una donazione di plasma, con un normale prelievo e l’utilizzo di separatori cellulari. Il sangue prelevato da un braccio entra attraverso un circuito sterile in una centrifuga che separa la componente cellulare e la raccoglie in una sacca, mentre il resto viene reinfuso nel braccio opposto.
“Il tutto è durato circa sei ore, ma intanto vedevo la sacca riempirsi piano piano. E pochi giorni dopo ho avuto la bella notizia: i controlli sulla sacca hanno dato esito positivo e le mie cellule sono partite, per una destinazione a me sconosciuta ma certamente verso la speranza di vita di un malato di leucemia”. Per Pier, donatore preziosissimo, i controlli non finiranno qua, ma continueranno periodicamente ancora per qualche mese a venire.
Ogni anno sono oltre 2000 le richieste di trapianto in Emilia Romagna, solo 1000 trovano un donatore compatibile. “Pierfrancesco è uno degli 11 ragazzi di Modena, tutti intorno ai 20 anni, che quest’anno hanno potuto donare il midollo osseo – ci informano da ADMO – un numero record rispetto agli anni precedenti. Oggi gli iscritti al registro dei donatori della nostra regione sono 98.753 (dati 2023) e molti provengono dalle scuole. Solo quest’anno a Modena, grazie agli incontri di sensibilizzazione che costantemente teniamo negli Istituti e all’Università insieme ad Avis, oltre 1.000 giovani hanno aderito al registro”.
Iscriversi al registro dei donatori di midollo osseo (IBMDR) è molto semplice: i requisiti sono avere un’età tra i 18 e i 35 anni (ma la disponibilità rimane valida fino a 55 anni), pesare almeno 50 kg e godere di buona salute.
All’aspirante donatore viene effettuato un semplice prelievo di sangue o di saliva, che verranno poi tipizzati, si estrarranno cioè i dati genetici indispensabili per verificare la compatibilità con un paziente. Queste informazioni vengono inserite nel Registro Nazionale collegato con tutti i registri internazionali e da quel momento si diventa un potenziale donatore di midollo osseo.
Un gesto anonimo, gratuito, per un paziente affetto da gravi malattie del sangue come leucemie, linfomi, mielomi, per cui l’unica cura può essere il trapianto, da una sola persona in Italia o nel mondo.
Quella persona potresti essere tu.
Perché allora non accettare la sfida? Basta rivolgersi ad ADMO scrivendo a info@admoemiliaromagna.it.
E per tutte le informazioni c’è il sito www.admoemiliaromagna.it
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