Salve gente. E’ un piacere per noi grilli, assolutamente non toccati dalla pandemia in corso, constatare come la razza umana si stia dando lodevolmente da fare per superare una situazione fino a pochi mesi fa a dir poco esplosiva ma che forse è sotto controllo.

Dipende solo dall’uso che voi uomini vorrete fare dell’intelligenza di cui siete dotati. Tanto premesso vorrei affrontare un discorso che riguarda direttamente l’Avis ed in particolare vorrei entrare nel discorso del

PLASMA IPERIMMUNE CONTRO IL COVID 19

Premetto che non mi sto inventando cose non certe, captate da fonti più o meno attendibili ma che mi limiterò ad utilizzare dati raccolti nel numero speciale di AVIS SOS edito dall’Avis Nazionale e dedicato alla donazione di plasma in Italia e nel mondo. Ma veniamo al dunque.

Molti di voi avranno sentito parlare dai telegiornali e dai talk-show di questo nuovo tipo di farmaco, quindi limiterò il mio intervento ad un brevissimo resoconto limitato a quelli che sono stati i progressi della ricerca in questo campo che potrebbe risultare decisivo nella lotta contro il virus.

Diciamo allora che tutto è nato da un’intuizione di ricercatori presso gli ospedali San Matteo di Pavia e Carlo Poma di Mantova, cui è seguita la seconda fase caratterizzata dal progetto “Tsunami”, studio nato presso l’azienda Ospedaliera di Pisa.

E’ intervenuta poi la Regione Lombardia in collaborazione con Avis Regionale Lombarda che ha avviato un progetto su 20.000 soggetti selezionati, e solo poco tempo fa il Centro Nazionale Sangue con uno studio epidemiologico sull’infezione nei donatori di sangue utile a selezionare soggetti cui prelevare il tipo di plasma richiesto.

Sia chiaro, comunque, che non si sta cercando un vaccino ma un farmaco per curare chi, sfuggito alle misure di prevenzione, è infettato e potrebbe rischiare in maniera elevatissima.

Ma di che cosa stiamo realmente parando? Semplicemente di quel prodotto color giallo che giornalmente preleviamo da migliaia di donatori, certamente in questo caso non un plasma comune ma plasma iperimmune, di pazienti cioè guariti dal Covid, che hanno sviluppato gli anticorpi utili a guarire chi ne abbia bisogno.

Tutto assolutamente naturale (anche se ovviamente dovrà passare attraverso lavorazioni specifiche che lo rendano utilizzabile), assolutamente non pericoloso per chi dona e chi riceve e si ricollega a quello cui abbiamo accennato in passato: noi doniamo in vita parte del nostro corpo ed in questo caso lo faremmo per un farmaco davvero destinato a salvare la vita a un bel po’ di gente.

Ma di plasma parleremo ancora a lungo.

Il grillo parlante