Il 24 gosto 2022 è stata inviata al Consiglio Direttivo dell’Avis Provinciale di Modena una convocazione d’urgenza per una riunione prevista il 29/8 alle 20,30 il cui ordine del giorno al punto 3 prevedeva:
Verifica delle bozze degli statuti per le Avis Comunali ed equiparate e per l’Avis Provinciale e definizione del percorso per l’organizzazione delle assemblee straordinarie ad ogni livello.
Il tutto parte dall’applicazione della normativa che regola l’attività del Terzo settore la quale prevede l’iscrizione (o più correttamente il trasferimento) delle Odv (Organizzazioni di volontariato che hanno sostituito le “vecchie” Onlus) dai registri regionali del volontariato al registro unico nazionale del Terzo Settore (Runts).
Va precisato che l’iscrizione al registro è elemento indispensabile per potere usufruire delle agevolazioni – anche fiscali – che la normativa prevede per le organizzazioni del Terzo Settore.
Per ottemperare a quanto indicato la nostra associazione, come tutte le Avis d’Italia, ha provveduto pertanto a trasmettere la richiesta di iscrizione al RUNTS inviando tutta la documentazione necessaria. Tutto bene quindi? Naturalmente no.
Gli organismi preposti hanno eccepito sulla formulazione di alcuni articoli dello statuto che devono essere obbligatoriamente variati per concludere positivamente l’iter. Da qui la necessità di convocare le assemblee straordinarie per variare lo statuto.
Ometto, per educazione, ogni valutazione di merito legata al fatto che gli stessi statuti che oggi sono da variare, due anni fa sono stati approvati da due differenti ministeri, ma non possiamo non rilevare come l’operatività per un’associazione di volontariato come la nostra sarebbe assolutamente impossibile se non ci fosse chi a monte sviscera e risolve i problemi (Avis nazionale e regionale) e chi (a livello provinciale) predispone l’attuazione pratica delle soluzioni trovate che le sezioni dovranno applicare.
Parte, quindi, una campagna assembleare straordinaria nel periodo post – ferie già abbastanza complesso in quanto riprendono le normali attività associative e nel quale le sezioni non hanno probabilmente non ancora raggiunto la piena operatività.
Va poi aggiunto che per le Avis che hanno personalità giuridica (Modena. Sassuolo e Vignola) sarà necessaria la presenza in assemblea di un notaio il quale dovrà certificare anche il patrimonio associativo. Risultato: ulteriori costi, dispendio di tempo e complicazioni organizzative per i volontari; tutto chiaramente in linea con la scelta di supportare le attività di volontariato !!!!
Archiviato il problema organizzativo delle assemblee, mi pare giusto affrontare, anche se solo marginalmente, il discorso delle variazioni statutarie richieste, ben conscio del fatto che si tratta di argomento per molti ostico e che certamente richiederebbe maggiore disponibilità di tempo e di spazio.
Per solleticare il vostro interesse mi limito dunque a qualche accenno con l’impegno di affrontare il discorso più approfonditamente nella prossima newsletter.
Per darvi un’idea prendiamo dunque a caso alcuni esempi più comprensibili.
Iniziamo con l’art. 3 nel quale si specifica che l’Avis Comunale per la sua attività si avvale prevalentemente dell’attività dei soci: sono d’accordo con voi che si tratta di un’ovvietà, che però non era prevista nello statuto precedente e andava obbligatoriamente aggiunta.
All’art. 8 vengono differenziate le competenze dell’assemblea ordinaria da quella straordinaria, e variato il numero delle convocazioni con quorum di validità diverso: argomento questo estremamente complicato che richiede, ed avrà in futuro, maggiori chiarimenti.
All’art 10 viene fatto obbligo di eleggere un congruo numero di consiglieri supplenti: questo vi basti per ora anche perché per maggiori chiarimenti (che rimando al futuro) mi obbligherei all’utilizzo di termini tecnici un po’ complicati.
Potrei continuare a lungo, ma mi fermo anche per evitare una catalessi generale. Vi interesserebbe però saperne di più? Seguitemi prossimamente su queste pagine e sarete accontentati. E qui mi taccio, come dicono quelli che sanno più di me.
E a chi dovesse pensare che il Consiglio Provinciale sia solo un organo di scarsa utilità, mi limito a dire che si sbaglia di grosso. E pian piano ve lo dimostrerò.
Stefano Tosi
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