Molti di voi ricorderanno il sondaggio sul plasma lanciato nello scorso numero della nostra newsletter.

Dopo aver tanto parlato di plasmaferesi, era il momento di ascoltare i donatori, chiedendo anche il loro contributo per poter orientare le nostre prossime azioni.

Obiettivo del questionario era rilevare la consapevolezza sulla donazione di plasma, su come e quando effettuarla nelle nostre sedi, ma anche profilare i nostri lettori della newsletter, che, oltre a strumento di informazione, è diventata in questo caso strumento di dialogo.

Poche e semplici erano le domande a cui rispondere attraverso un link o un QRcode pubblicato sulla newsletter.

Le principali: hai mai donato plasma, in quale punto di raccolta ti rechi, quali giorni preferisci, sai che si può donare anche al pomeriggio, sai che con il plasma si producono farmaci salvavita per i malati più gravi, sai che in Italia il plasma non è sufficiente per far fronte alle esigenze delle strutture sanitarie ecc..

Le risposte pervenute attraverso la newsletter sono state 721, con una buona percentuale di già donatori, regolari o occasionali.

 

Di questi, non tutti sono a conoscenza che, a differenza del sangue, il plasma si può donare anche il pomeriggio

E’ una possibilità in più per programmare questo tipo di donazione che, come sappiamo, richiede un po’ di tempo e in alcuni casi uno spostamento dal proprio comune.

Attualmente la sede “aperta per plasma” anche il pomeriggio è quella di Sassuolo, ma, anche in base alle richieste espresse dai donatori, si sta valutando il turno pomeridiano anche per gli altri punti di raccolta di Vignola, Carpi, Mirandola, Pavullo, Modena.

Chi dona plasma sa perché lo fa. Questo risulta dalla maggioranza delle risposte al quesito sull’utilizzo del plasma. Più del 54% è consapevole che la destinazione del proprio dono sarà la produzione di farmaci indispensabili per molti tipi di gravi patologie.

Non tutti invece conoscono la situazione di carenza di plasma in Italia, che ancora costringe il nostro Paese a rivolgersi ai mercati esteri per l’acquisto di questo componente. La sfida per l’autosufficienza è ciò su cui dovremo impegnarci, per garantire al nostro sistema sanitario scorte, sicurezza e risparmio.

Oltre al vero e proprio questionario, il nostro sondaggio lasciava poi uno spazio libero per commenti e quesiti. Molti hanno espresso le (belle) motivazioni che li spingono a donare, altri hanno posto domande di tipo più propriamente sanitario, che abbiamo girato ai nostri medici per poter rispondere individualmente.

Ne riportiamo però alcune, che riteniamo possano rispondere a quesiti frequenti e di interesse generale

  • Perché il plasma ha un colore differente tra le persone?

Il plasma ha un colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro. Oltre alle diverse sfumature di giallo alcuni campioni sono limpidi altri lattiginosi, altri ancora di colore verdastro. In questo caso il colore è dovuto all’assunzione di estrogeni (pillola) nelle donne o altri farmaci (es.sulfamidici).

  • Posso donare il plasma se sono sospeso dalla donazione di sangue intero a causa di alcuni valori delle analisi non conformi?

Si. Si può donare plasma se i valori di Emoglobina e Ferritina sono al di sotto del limite consentito per la donazione di sangue.

  • Il mio gruppo è A negativo: a chi/che cosa può essere utile il mio plasma?

il gruppo sanguigno A- può donare a pazienti di gruppoA-/A+/AB+/AB-.Il plasma viene utilizzato a scopo terapeutico (trasfusione) in persone affette da diverse patologie,sia per la produzione di farmaci salvavita.In questo caso il plasma viene separato nei suoi componenti (Albumina/Ig/Fattori della coagulazione)tramite un processo chiamato Frazionamento.

  • Mi interesserebbe capire come funziona a livello pratico la re-immissione in circolo dei globuli rossi

La plasmaferesi è una procedura che si effettua con il separatore cellulare. Si tratta di un sistema sicuro senza alcun rischio infettivo perché viene utilizzato un set monouso sterile inserito all’interno. La procedura consiste nel prelievo del sangue (con aggiunta di anticoagulante) che viene raccolto in un contenitore (campana),di una fase di separazione del plasma dai globuli rossi (mediante centrifugazione) che vengono restituiti al donatore.

Grazie alla dr.ssa Maria Vitale, Responsabile dell’Unità di Raccolta Avis Provinciale, per le risposte, e in conclusione un ringraziamento a chi ha dedicato un po’ del suo tempo per aiutarci a migliorare.

Una partecipazione così vivace e costruttiva non può che stimolare la comunicazione con i nostri donatori e anche con chi donatore non lo è ancora. Per questo ci permetteremo di “disturbarvi” ancora, in altre occasioni e su altri argomenti.

D’altra parte, come recita un nostro ormai noto slogan, “donare è partecipare”.