Chi dona lo sa: tra le domande del questionario da compilare pre donazione ce ne sono alcune particolarmente intime che riguardano la sfera sessuale. Anche loro contribuiscono a raccontare lo stile di vita di chi sceglie volontariamente di donare, consapevole delle conseguenze che ne derivano per chi riceve il sangue. La leggerezza nel rispondere o la tentazione della bugia sono in agguato, per questo anche il medico nel colloquio successivo si accerta che il significato di quelle domande sia stato pienamente compreso, spesso ponendole di nuovo.

dott.ssa Maria Vitale

Le “carte” che il donatore sottoscrive – spiega la dott.ssa Maria Vitale Direttore Sanitario di Avis provinciale – sono vere e proprie dichiarazioni di responsabilità. In primo luogo il donatore è invitato a leggere l’informativa sul rischio di infezione da HIV, un documento adottato nel 2018 in tutto il territorio nazionale, poi a compilare il lungo elenco di domande del questionario. Di queste, una sezione è dedicata ai comportamenti sessuali in relazione al rischio di malattie che si possono trasmettere con le trasfusioni: sifilide, epatite B e C e il virus HIV.

  • In questo caso è vietato barare, la posta in gioco è alta

Sì, la sincerità è determinante, a volte si tende a barrare la casella in modo automatico “tanto poi farete il test sul sangue”. E’ vero che il sangue una volta donato viene sottoposto a controlli mirati e di ultima generazione, ma può esserci un intervallo di incubazione dei virus (“finestra sierologica”) durante il quale la positività all’infezione non viene rilevata. Ecco allora che fa fede la parola del donatore.

  • Qualche esempio di domanda?

La tipologia dei quesiti é specifica e molto dettagliata, ma in generale se il donatore dichiara di avere avuto nei 4 mesi precedenti rapporti sessuali occasionali, anche protetti (è indifferente se eterosessuali, omosessuali o bisessuali), o aver cambiato partner, o cambia partner frequentemente, oppure ha rapporti nell’ambiente della prostituzione o della tossicodipendenza, questo comporta la sospensione dalla donazione per 4 mesi. Una sospensione temporanea che, come i donatori ben sanno, non è un giudizio morale né tanto meno una punizione, ma una precauzione a difesa della propria salute e di chi riceve sangue e plasma.

  • C’è un approccio diverso a sessualità e donazione tra diverse fasce d’età?

Tra i giovani, quelli che già hanno avuto esperienze sessuali sono più consapevoli e informati, anche se spesso pensano che l’uso del preservativo basti per proteggerli. Qualche imbarazzo in più e qualche tendenza all’omissione si riscontra nella fascia fra i 30 e i 50 anni. E’ anche compito nostro come sanitari abbattere queste barriere con delicatezza, riservatezza, fiducia e, ancora una volta, onestà.