Le donne italiane, in particolare le over 30, faticano a conciliare gli impegni familiari e lavorativi con la donazione di sangue e plasma. Risultato, sempre meno “quote rosa” si avvicinano a questo gesto solidale.
È quanto emerge da “Globuli Rosa”, l’indagine commissionata dal Centro nazionale sangue, per analizzare i motivi per cui le donne del nostro Paese donano meno rispetto ad altre aree del mondo. Secondo i dati attuali, in Italia le donne rappresentano solo il 33,7% del numero totale dei donatori. Nella fascia d’età più giovane donatori e donatrici viaggiano più o meno sugli stessi numeri, ma più si avanza con l’età più la forbice si allarga. Un dato che è in controtendenza rispetto, per esempio, a Francia, Belgio e Portogallo dove la prevalenza è “rosa”.
- L’INDAGINE
L’indagine qualitativa si è svolta tra maggio e luglio 2024 ed è stata condotta attraverso un focus group Doxa composti da non donatrici o ex donatrici (divise nelle fasce d’età 30-45 anni e 46-55 anni), e una survey sul portale salute.gov.it, che ha raccolto opinioni ed esperienze personali di 3.947 donne over 30.
- MOLTI IMPEGNI, POCO TEMPO
I focus group hanno evidenziato come, nonostante la donazione sia percepita positivamente come un gesto altruistico e generoso, questa pratica non trovi particolare spazio nella routine delle donne over 30.
Spesso responsabili della cura domestica, dei figli e degli anziani, le partecipanti all’indagine hanno indicato tra le principali motivazioni la moltitudine di impegni e responsabilità a cui sono chiamate a rispondere, tra lavoro, casa, cura dei figli e degli anziani, e la conseguente mancanza di tempo.
Sentendosi sovraccariche di “doveri” le donne faticano a considerare l’atto della donazione come prioritario. A questo si aggiunge la mancanza di supporto che fa sentire la donna socialmente più sola, una condizione che appare diversa rispetto ad altre realtà europee. Permessi e ferie vengono utilizzati quindi preferibilmente per le necessità familiari e personali piuttosto che per iniziative sociali.
- ALTRI OSTACOLI ALLA DONAZIONE
La mancanza di tempo è un “leit motiv” anche delle testimonianze raccolte nella survey da 1446 donatrici, 1615 non donatrici e 886 ex donatrici, che la mettono al primo posto come freno alla mancata donazione (36,8%).
Altri temi sono la gravidanza e l’allattamento, due momenti che portano a interrompere le donazioni e riprenderle con difficoltà in una seconda fase (18,5%).
Inoltre, i problemi di salute, reali o percepiti, sono frequentemente citati come motivazioni che ostacolano questa pratica (14,5%): le donne in Italia spesso pensano di non avere i requisiti per donare, anche se, all’interno del panorama europeo si distinguono per l’ottimo livello di salute di cui godono.
Infine, ma non per importanza, vengono indicate la mancanza di informazione sul tema (13,6%), paura e preoccupazioni (7,7%) e la percezione negativa del sistema sanitario (2,8%), rinforzata da vissuti ed esperienze passate.
- Globuli rosa a Modena
Dai dati associativi di Avis Provinciale Modena al 31.12 2023 , su un totale di 30.757 soci donatori 18.515 sono uomini e 12.242 donne, una percentuale del 39,8% distribuita abbastanza equamente nelle diverse fasce d’età, con una presenza più importante nella fascia 26/35 e 46/55 anni.
Se le donazioni di sangue intero sono decisamente ad appannaggio degli uomini, con 25.855 contro le 7.176 delle donne, per la plasmaferesi vince il rosa: nell’anno considerato sono state 10.951 quelle effettuate da donatori e ben 11.092 quelle delle donatrici.
Dove infine prevale la presenza femminile è l’ambito del personale, sanitario e non, occupato in Avis. I medici donna sono 29 contro i 17 uomini, 42 le infermiere e 20 gli infermieri, e anche nell’ambito amministrativo le donne sono in maggioranza con 20 contro 5.
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