Il valore etico del dono del plasma gratuito e volontario è universalmente riconosciuto. Ma la plasmaderivazione significa anche risparmio economico per il Servizio Sanitario Nazionale. E’ un dato importante che può essere raggiunto attraverso l’autosufficienza nazionale del plasma, così come accade per il sangue intero.
Il Centro Regionale Sangue ed Avis Emilia-Romagna hanno promosso un convegno internazionale il 22 novembre a Bologna sul valore economico della donazione di plasma, quantificando i minori costi anche con il contributo di esperienze italiane ed europee.
Cerchiamo di schematizzare la trama a mo’ di “giallo”, facendo il punto sui passaggi per incrementare la raccolta del plasma.
1) Il contesto
- l’indipendenza nazionale per la disponibilità di plasmaderivati è strategica per la politica sanitaria nazionale. Lo dimostra il periodo del Covid, quando la contrazione delle donazioni soprattutto negli Stati Uniti primo produttore mondiale di plasma – ha causato la carenza di plasmaderivati perché i paesi che li producono li hanno destinati all’uso interno. Poterli produrre con plasma proprio e in quantità sufficiente mette al riparo da problemi di approvvigionamento;
- quando cala l’offerta e cresce la domanda, i prezzi si alzano. Il problema – oltre alla disponibilità dei prodotti – è anche quello del costo che deve essere sostenuto per il loro acquisto soprattutto in momenti di carenza dei prodotti. Diventare autosufficienti significa mettersi al riparo anche da fluttuazioni di mercato;
- più selezione dei donatori, più qualità del plasma. Più volte abbiamo ripetuto che il plasma da donatore volontario fornisce maggiori garanzie sulla qualità rispetto a chi il plasma lo vende, spesso per necessità economiche.
- la raccolta di plasma normata ed effettuata dalle Aziende Sanitarie o dalle associazioni tutela maggiormente il donatore. Il donatore non è una “mucca da mungere”. La donazione deve essere un gesto di grande solidarietà ma che lo deve tutelare al meglio. A tal fine vanno ragionevolmente contenuti il numero di donazioni ed i quantitativi di plasma raccolto per ciascuna donazione.
- produrre plasmaderivati tramite il “conto lavorazione“ conviene. E’ stato dimostrato come la Regione Emilia Romagna nel corso del 2022 ha risparmiato oltre 5 milioni di euro utilizzando plasmaderivati prodotti con plasma raccolto in regione e “fatto lavorare” dalle industrie di trasformazione piuttosto che acquistarli sul mercato.
- tutta l’ Europa è ancora carente di farmaci plasmaderivati. Per raggiungere l’autosufficienza sarebbero necessarie oltre 400.000 plasmaferesi all’anno in più di quelle attualmente effettuate.
- in Italia si è raggiunta l’autosufficienza di globuli rossi il cui utilizzo è in costante calo. Questa autosufficienza va mantenuta, tuttavia si crea un’ importante opportunità, ovvero quella di utilizzare al meglio la disponibilità dei donatori indirizzandoli – anche in base al gruppo – verso la donazione di plasma.
- l’unico modo per incrementare la raccolta del plasma è la plasmaferesi. Sarebbe eticamente riprovevole oltre che inutilmente dannoso per il donatore fargli donare sangue sottraendogli ferro per poi rischiare di non utilizzare i globuli rossi donati.
2) Come risolvere il “giallo” dell’incremento della raccolta di plasma?
E’ ovviamente banale l’abbinamento del colore del plasma a quello dei romanzi di genere. Ci siamo divertiti a trattare l’incremento della raccolta del plasma come – appunto – un “caso” da risolvere. Per questo facciamo riferimento ai “manuali” di antica memoria.
Un giallo risolvibile, quindi? Ci verrebbe da dire “Elementare Watson…”
Roberto Mantovani, Direttore Avis Provinciale Modena
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