L’allerta non è ancora scattata, ma è solo questione di tempo. Le zanzare sono già in circolazione e con loro ci aspettiamo lo sbarco stagionale di virus esotici con cui ormai abbiamo imparato a convivere, ad esempio il West Nile. C’è però una “new entry” che si aggiunge all’elenco dei virus cosiddetti “emergenti”, la Dengue, che dallo scorso anno ha registrato i primi casi autoctoni in Italia.

Abbiamo chiesto alla dott.ssa Chiara Vecchi, biologa, referente per il settore di qualificazione biologica degli emocomponenti al Servizio Trasfusionale del Policlinico di Modena, di chiarire di cosa si tratta e quali misure si adottano per garantire la sicurezza del sangue a donatori e riceventi.

A sin. la dott.ssa Chiara Vecchi con le sue collaboratrici al Servizio Trasfusionale del Policlinico di Modena

Dottoressa, presentiamo il virus Dengue

E’ un virus trasmesso dalle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus (zanzara tigre), che sono del tipo diurno, cioè pungono di giorno. Arrivano dalle zone tropicali del mondo, ma ormai trovano un ambiente favorevole anche alle nostre latitudini che si stanno tropicalizzando.

E’ trasmessa agli esseri umani attraverso la puntura di zanzare che hanno a loro volta punto una persona infetta ed è trasmissibile anche attraverso la trasfusione di emocomponenti. I sintomi, quando si presentano, sono quelli simil influenzali: febbre, mal di testa, rigidità ai muscoli e alle articolazioni, stanchezza. Aleggia intorno a questa malattia la paura della forma emorragica, che può essere grave ma in realtà si manifesta davvero molto raramente.

I casi rilevati in Italia sono sempre stati d’importazione, cioè da viaggiatori di ritorno da aree tropicali endemiche, ma l’anno scorso si sono registrati anche qui i primi casi autoctoni, precisamente in Lazio.

Come si è intervenuto in questo caso sulle donazioni?

Alla segnalazione di un caso autoctono tutte le donazioni di quella zona sono state bloccate. Nel frattempo le ditte che producono i reattivi per la ricerca di materiale genetico nel sangue si sono attivate e hanno prodotto il test NAT anche per la Dengue.

Oggi grazie al test siamo in grado di rilevare da subito la presenza del virus nel sangue donato. Lo scorso anno nella zona colpita il test NAT è stato effettuato su tutte le donazioni, da noi sulle persone che avevano transitato in quelle zone a rischio.

Ci dica qualcosa di più su questo test

Il test NAT (Nucleic Acid Test) è un insieme di tecniche di biologia molecolare con le quali è possibile moltiplicare (amplificare) frammenti anche estremamente piccoli di materiale genetico (DNA o RNA) in modo tale da poterlo identificare e quantificare. La ricerca genetica consente di accorciare molto i tempi e offrire la massima sicurezza.

Per quanto riguarda la donazione si procede come per il West Nile Virus: nei mesi invernali il donatore che ha soggiornato nelle zone endemiche (il medico sa sempre quali sono in base alla mappa del Centro Nazionale Sangue) viene sospeso dalla donazione per 28 giorni.

In estate, quando scatta il periodo di sorveglianza indicativamente da fine giugno, viene prelevata una provetta in più a chi ha viaggiato nei paesi a rischio, o a tutti i donatori nel caso vengano rilevati casi autoctoni nella nostra zona.

La provetta viene inviata al laboratorio del Centro Trasfusionale dell’Ospedale Maggiore di Bologna che effettua lo specifico test NAT. In caso di risultato negativo potrà continuare a donare evitando la sospensione, in caso di positività del test è prevista una sospensione di 120 giorni e la presa in carico, da parte del Servizio Trasfusionale, per i controlli successivi.

Un’ultima cosa: se nei 14 giorni successivi alla donazione compaiono i sintomi o viene fatta una diagnosi di infezione da dengue, il donatore dovrà informarne il Centro Trasfusionale di Modena, tel: 0594225442

Quanti casi sono stati rilevati in provincia?

Lo scorso anno tra i nostri donatori è stato individuato un solo caso di West Nile Virus. Nessuno di Dengue fra quelli sottoposti a test per aver soggiornato nelle zone a rischio.

Nel frattempo come possiamo prevenire?

Mi verrebbe da dire “non farsi pungere dalle zanzare”, il che è impossibile. Ma si può limitare il danno con gli accorgimenti che ormai conosciamo: zanzariere in casa, repellenti all’esterno, evitare i ristagni d’acqua, per esempio nei sottovasi, utilizzare le pastiglie per la disinfestazione.